le biografie

Quirinale, gli 11 presidenti al Colle

Nella storia repubblicana al Quirinale si sono avvicendati diversi inquilini. Ecco chi erano e cosa hanno fatto durante il loro incarico

29 Gen 2015 - 10:38
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Su undici presidenti, cinque sono stati democristiani (Gronchi, Segni, Leone, Cossiga e Scalfaro), due liberali (De Nicola ed Einaudi), un socialdemocratico (Saragat), un socialista (Pertini), un indipendente (Ciampi, che ha però avuto trascorsi nel Partito d'Azione) e uno dei DS (Napolitano). Il presidente più giovane al momento dell'elezione è stato Francesco Cossiga, eletto a 57 anni appena compiuti; il più anziano è stato invece Giorgio Napolitano incaricato per il suo secondo mandato a 88 anni.

Fino a Napolitano, degli undici presidenti della Repubblica, la maggioranza assoluta proviene da due sole Regioni: Campania e Piemonte, Infattisei presidenti sono nati in queste due Regioni. Einaudi, Saragat e Scalfaro in Piemonte e De Nicola, Leone e Napolitano, in Campania.

Gli altri cinque quattro provengono da due altre Regioni (Toscana: Gronchi e Ciampi; Sardegna: Segni e Cossiga), mentre il quinto è l'unico ligure (Pertini).

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Giorgio Napolitano (2013-2015) (2006-2013) Presidente della Camera dei deputati nell'XI Legislatura e ministro dell'Interno nel governo Prodi I, nonché deputato pressoché stabilmente dal 1953 al 1996, europarlamentare dal 1989 al 1992 e poi di nuovo dal 1999 al 2004, e senatore a vita dal 2005 (nominato da Carlo Azeglio Ciampi) fino alla sua elezione alla prima carica della Repubblica.

È stato l'unico Capo dello Stato a essere stato membro del Partito Comunista Italiano. È stato il terzo Presidente a essere eletto, al primo mandato, alla quarta chiamata (dopo Luigi Einaudi e Giovanni Gronchi), il sesto ex Presidente della Camera eletto Capo dello Stato (dopo Enrico De Nicola, Gronchi, Giovanni Leone, Sandro Pertini e Scalfaro), il secondo a essere eletto da senatore a vita (prima di lui solo Leone), il terzo proveniente dall'area di sinistra (dopo Giuseppe Saragat e Pertini) e il terzo napoletano (dopo De Nicola e Leone).

Nel 2013 è diventato il primo Presidente della Repubblica italiano a essere chiamato per un secondo mandato, oltre che il più anziano al momento dell'elezione nella storia repubblicana. È stato anche il più anziano Capo di Stato d'Europa e il terzo del mondo, preceduto solamente dal Presidente della Repubblica dello Zimbabwe Robert Gabriel Mugabe e da Re Abd Allah dell'Arabia Saudita.

Come Capo dello Stato, Giorgio Napolitano ha nominato cinque presidenti del Consiglio dei Ministri: Romano Prodi (2006-2008), Silvio Berlusconi (2008-2011), Mario Monti (2011-2013), Enrico Letta (2013-2014) e Matteo Renzi (2014-in carica). Nel 2008, in occasione della crisi del governo Prodi II ha conferito un mandato esplorativo all'allora Presidente del Senato Franco Marini, che non ebbe esito positivo.

Con la caduta dell'esecutivo Berlusconi, nel 2011, ha conferito l'incarico di formare un nuovo governo a Monti, nominato senatore a vita pochi giorni prima. Dopo le elezioni politiche del 2013, invece, l'incarico di formare un esecutivo fu affidato prima a Pier Luigi Bersani, e poi a Letta e a Renzi.

Napolitano ha inoltre nominato cinque giudici della Corte costituzionale: Paolo Grossi (2009) e Marta Cartabia (2011) nel corso del suo primo mandato, quindi Giuliano Amato (2013), Daria de Pretis (2014) e Nicolò Zanon (2014) durante il secondo.

Ha anche nominato cinque senatori a vita: Mario Monti (il 9 novembre 2011, nel corso del primo mandato), Renzo Piano, Carlo Rubbia, Elena Cattaneo e Claudio Abbado (il 30 agosto 2013, durante il secondo).

Dal 1959 è sposato con Clio Maria Bittoni, di nove anni più giovane. La coppia ha due figli, Giovanni e Giulio, dai quali ha avuto 2 nipoti.

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Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006)

È stato governatore della Banca d'Italia dal 1979 al 1993, presidente del Consiglio dei ministri e ministro del turismo e dello spettacolo ad interim (1993-1994) e ministro del tesoro e del bilancio (1996-1999). Primo presidente del Consiglio e primo capo dello Stato non parlamentare nella storia della Repubblica, Ciampi fu anche il secondo presidente eletto dopo essere stato governatore della Banca d'Italia, preceduto da Luigi Einaudi nel 1948.

Governatore onorario della Banca d'Italia. Dopo una militanza giovanile nel Partito d'Azione, Ciampi non ha più aderito ad alcun partito. Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a tre Presidenti del Consiglio: Massimo D'Alema (del quale ha respinto le dimissioni di cortesia presentate nel 1999), Giuliano Amato (2000-2001) e Silvio Berlusconi (2001-2006).

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Oscar Luigi Scàlfaro (1992-1999) Fu eletto deputato ininterrottamente dal 1946 al 1992, quando, durante la sua presidenza della Camera dei deputati, fu eletto Presidente della Repubblica. In precedenza era stato Ministro dell'interno nel Governo Craxi I, nel Governo Craxi II e nel Governo Fanfani VI.

Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a sei Presidenti del consiglio: Giuliano Amato (1992-1993), Carlo Azeglio Ciampi (1993-1994), Silvio Berlusconi (1994-1995), Lamberto Dini (1995-1996), Romano Prodi (1996-1998) e Massimo D'Alema (1998-1999).

Scalfaro, insieme a Sandro Pertini (che presiedette come membro anziano il Senato nel 1987) ed Enrico De Nicola (presidente della Camera, del Senato e della Repubblica dal 1º gennaio all'11 maggio 1948), ha ricoperto tutte le tre più alte cariche dello Stato: è infatti stato Presidente della Repubblica e Presidente della Camera, oltre ad avere presieduto provvisoriamente il Senato all'inizio della XV Legislatura.

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Francesco Cossiga (1985-1992) È stato ministro dell'interno nei governi Moro V, Andreotti III e Andreotti IV dal 1976 al 1978, quando si dimise in seguito all'uccisione di Aldo Moro.

Dal 1979 al 1980 fu presidente del Consiglio dei ministri e fu presidente del Senato della Repubblica nella IX legislatura dal 1983 al 1985, quando lasciò l'incarico perché fu eletto al Quirinale, come più giovane Capo di Stato dell'età repubblicana, dopo essere già stato fino ad allora il più giovane Sottosegretario, Ministro dell'Interno, Presidente del Consiglio dei Ministri e Presidente del Senato.

Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a cinque Presidenti del Consiglio e ha nominato cinque senatori a vita e cinque Giudici della Corte costituzionale.

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Sandro Pertini (1978-1985) Fu il Presidente eletto con il più ampio margine nel 1978, con l'83,6% dei consensi (ossia 832 voti su 995).

Durante la prima guerra mondiale, Pertini combatté sul fronte dell'Isonzo, e per diversi meriti sul campo gli fu conferita una medaglia d'argento al valor militare nel 1917. Nel dopoguerra aderì al Partito Socialista Italiano e si distinse per la sua energica opposizione al fascismo.

Perseguitato per il suo impegno politico contro la dittatura di Mussolini, nel 1925 fu condannato a otto mesi di carcere, e quindi costretto a un periodo di esilio in Francia per evitare una seconda condanna. Continuò la sua attività antifascista anche all'estero e per questo, dopo essere rientrato sotto falso nome in Italia nel 1929, fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato prima alla reclusione e successivamente al confino. Nel 1943, alla caduta del regime fascista, fu liberato.

Partecipò alla battaglia di Porta San Paolo nel tentativo di difendere Roma dall'occupazione tedesca. Contribuì poi a ricostruire il vecchio PSI fondando insieme a Pietro Nenni il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Nello stesso anno fu catturato dalle SS e condannato a morte; riuscì a salvarsi grazie a un intervento dei partigiani delle Brigate Matteotti.

Divenne in seguito una delle personalità di primo piano della Resistenza italiana e fu membro della giunta militare del Comitato di Liberazione Nazionale in rappresentanza del PSIUP. Da partigiano fu attivo soprattutto a Roma, in Toscana, Val d'Aosta e Lombardia, distinguendosi in diverse azioni che gli valsero una medaglia d'oro al valor militare.

Nell'aprile 1945 partecipò agli eventi che portarono alla liberazione dal nazifascismo, organizzando l'insurrezione di Milano, e votando il decreto che condannò a morte Mussolini e altri gerarchi fascisti. Nell'Italia repubblicana fu eletto deputato all'Assemblea Costituente per i socialisti, quindi senatore nella prima legislatura e deputato in quelle successive, sempre rieletto dal 1953 al 1976.

Ricoprì per due legislature consecutive, dal 1968 al 1976, la carica di Presidente della Camera dei deputati, infine fu eletto Presidente della Repubblica Italiana l'8 luglio 1978. Andando spesso oltre il ruolo istituzionale, il suo mandato presidenziale fu caratterizzato da una forte impronta personale che gli valse una notevole popolarità, tanto da essere ricordato come il "presidente più amato dagli italiani".

Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a sei Presidenti del Consiglio: Giulio Andreotti (del quale ha respinto le dimissioni di cortesia presentate nel 1978), Francesco Cossiga (1979-1980), Arnaldo Forlani (1980-1981), Giovanni Spadolini (1981-1982), Amintore Fanfani (1982-1983) e Bettino Craxi (1983-1987); ha nominato cinque senatori a vita, Leo Valiani nel 1980, Eduardo De Filippo nel 1981, Camilla Ravera nel 1982 (prima donna senatrice a vita), Carlo Bo e Norberto Bobbio nel 1984; ha infine nominato tre Giudici della Corte costituzionale nel 1978 Virgilio Andrioli, nel 1980 Giuseppe Ferrari e nel 1982 Giovanni Conso.

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Giovanni Leone (1971-1978) Fu il Presidente che ottenne, nel 1971, il minor numero di consensi: il 52,0% (ossia 518 voti su 996). La sua elezione fu anche la più difficile e lunga della storia repubblicana, in quanto richiese 23 scrutini, protraendo i lavori parlamentari per quasi 25 giorni.

Dal 10 maggio 1955 al 21 giugno 1963 fu Presidente della Camera dei deputati e, successivamente, fu per due volte Presidente del Consiglio dei ministri, dal 21 giugno 1963 al 4 dicembre 1963 e dal 24 giugno 1968 al 12 dicembre 1968.

Nominato senatore a vita dal Presidente Saragat, il 27 agosto 1967, fu il primo senatore a vita a diventare Presidente della Repubblica Italiana, una circostanza che si è ripetuta solo nel 2006, con l'elezione di Giorgio Napolitano.

Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a quattro Presidenti del Consiglio: Emilio Colombo (del quale ha respinto le dimissioni di cortesia presentate nel 1971), Giulio Andreotti (1972-1973 e 1976-1979), Mariano Rumor (1973-1974) e Aldo Moro (1974-1976); ha nominato nel 1972 Amintore Fanfani senatore a vita; e quattro Giudici della Corte costituzionale, nel 1973 Edoardo Volterra e Guido Astuti, nel 1977 Livio Paladin e nel 1978 Antonio La Pergola.

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Giuseppe Saragat (1964-1971) Protagonista della convulsa storia della famiglia socialista nell'immediato dopoguerra, leader storico del Partito Socialista Democratico Italiano, Saragat fu anche Presidente dell'Assemblea Costituente fino al 1947. Fu più volte vicepresidente del Consiglio dei Ministri nei governi De Gasperi e ministro degli Esteri dal 1963 al 1964.

Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a quattro Presidenti del Consiglio: Aldo Moro (del quale ha respinto le dimissioni di cortesia presentate nel 1964), Giovanni Leone (1968), Mariano Rumor (1968-1970) ed Emilio Colombo (1970-1972); ha nominato quattro senatori a vita, Vittorio Valletta nel 1966, Giovanni Leone ed Eugenio Montale nel 1967 e Pietro Nenni nel 1970; e tre Giudici della Corte costituzionale, nel 1966 Luigi Oggioni, nel 1968 Vezio Crisafulli e nel 1969 Paolo Rossi.

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Antonio Segni (1962-1964) Dopo aver ricoperto diversi incarichi governativi nei governi Bonomi III, Parri, De Gasperi I, De Gasperi VII e Pella, Segni fu per due volte Presidente del Consiglio dei ministri, dal 6 luglio 1955 al 15 maggio 1957 e dal 15 febbraio 1959 al 23 marzo 1960.

La sua Presidenza, che durò solo due anni e mezzo, fu la prima a terminare con le dimissioni anticipate a causa di un inctus (dall'elezione del 6 maggio 1962 sino alle dimissioni volontarie del 6 dicembre 1964) e fu la più breve della storia repubblicana dopo quella di Enrico De Nicola.

Nel 1964 autorizzò il comandante dei Carabinieri Giovanni De Lorenzo a predisporre un piano di emergenza, passato alle cronache come Piano Solo, da taluni definito come un tentativo di colpo di Stato.

Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a tre Presidenti del Consiglio: Amintore Fanfani (Presidente in carica nel 1962 al momento dell'elezione, di cui ha respinto le dimissioni di cortesia), Giovanni Leone (1963) e Aldo Moro (1963-1964); ha nominato tre senatori a vita nel 1963 Ferruccio Parri, Cesare Merzagora e Meuccio Ruini.

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Giovanni Gronchi (1955-1962) Già Ministro dell'Industria e del Commercio nei governi Bonomi II, Bonomi III e De Gasperi I, fu il primo cattolico a essere eletto Presidente della Repubblica.

Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a quattro Presidenti del Consiglio: Antonio Segni (1955-1957), Adone Zoli (1957-1958), Amintore Fanfani (1958-1959) e Fernando Tambroni (1960); ha nominato un solo senatore a vita, Giuseppe Paratore, nel 1957 e nove Giudici della Corte costituzionale, nel 1955 Enrico De Nicola, Gaetano Azzariti, Tomaso Perassi, Giuseppe Capograssi e Giuseppe Castelli Avolio, nel 1956 Biagio Petrocelli, nel 1957 Aldo Sandulli, nel 1960 Costantino Mortati e nel 1961 Giuseppe Chiarelli.

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Luigi Einaudi (1948-1955) Intellettuale ed economista di fama mondiale, Luigi Einaudi è considerato uno dei padri della Repubblica Italiana. Suo figlio, Giulio, fondò la famosa casa editrice che porta il suo nome mentre suo nipote Ludovico è un famoso musicista e compositore.

Vice Presidente del Consiglio dei ministri, Ministro delle Finanze, del Tesoro e del Bilancio nel IV Governo De Gasperi, tra il 1945 e il 1948 fu Governatore della Banca d'Italia.

Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a quattro Presidenti del Consiglio: Alcide De Gasperi (1948-1953), Giuseppe Pella (1953-1954), Amintore Fanfani (1954) e Mario Scelba (1954-1955); ha nominato otto senatori a vita, nel 1949 Guido Castelnuovo e Arturo Toscanini (che rinunciò alla nomina), nel 1950 Pietro Canonica, Trilussa, Gaetano De Sanctis e Pasquale Jannaccone, infine nel 1952 Luigi Sturzo e Umberto Zanotti Bianco.

Non poté nominare alcun Giudice della Corte costituzionale perché la Corte, pur prevista dalla Costituzione fin dal 1948, fu istituita solo nel 1956, un anno dopo la scadenza del suo mandato, su impulso determinante del suo successore, Giovanni Gronchi.

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Enrico De Nicola (1948) Avvocato, fu il primo presidente eletto secondo il dettato della Costituzione. Fu eletto Capo provvisorio dello Stato dall'Assemblea Costituente il 28 giugno 1946 e ricoprì tale carica dal 1º luglio 1946 al 31 dicembre 1947.

Il 1º gennaio 1948, a norma della prima disposizione transitoria della Costituzione, esercitò le attribuzioni e assunse il titolo di Presidente della repubblica, mantenendoli fino al successivo 12 maggio.

De Nicola ricoprì numerosi altri incarichi pubblici: in particolare, è l'unico ad aver ricoperto sia la carica di Presidente del Senato sia quella di Presidente della Camera dei deputati. Nella sua vita è stato anche il primo Presidente della Corte Costituzionale, trovandosi così ad aver ricoperto quattro delle cinque maggiori cariche dello Stato.

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