Poi c’è la seconda scuola. Che è quella di chi ha meno di 40/60 anni (il target di riferimento, rispettabilissimo di Limiti) e, con allegria, decide di ciucciarsi, per un intero pomeriggio. questo squarcio d’antico in una Rai vecchia dentro. E qui arriva la sorpresa. Qui scopri quel che si dice un programma “scritto” e, in questo caso, musicato. C’è Limiti col suo tono sussurrato e fintamente sorpreso («Ma daaai...!») che cita Proust e spiega che la «musica è lo specchio della nazione» e le canzonette l’ansiolitico delle grandi crisi. C’è Limiti, spietato, che mette la Zanicchi davanti all’evidenza dei suoi abiti terribili fatti di spighe negli anni ’70 («Meno male che poi hai imparato a vestirti»). C’è Limiti che propone l’esordio di Beppe Grillo in Rai vestito di salopette e ironia griffata Antonio Ricci. C’è, infine, Limiti che rispolvera I Jalisse, Giovanna dai denti separati, Iannuzzo nel vecchio sketch “Nord/Sud”, e una mezza dozzina di giovani donne e giovani uomini, figaccioni della voce possente che intonano “L’esercito del surf”. Il tutto scandito dal ritmo di balletti, video, canzoni immortali, spiegate da Limiti con dovizia d’un maestro di liuto.