Probabilità fino a tre volte superiori con un'esposizione neonatale all'inquinamento
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Una nuova ricerca mostra un collegamento tra l'esposizione neonatale all'inquinamento e i disturbi dellos pettro autistico.
Nei bambini affetti da questa patologia sono state riscontrate probabilità da due a tre volte maggiori di essere stati esposti ai fumi esalati dal tubo scappamento, allo smog e ad altre sostanze inquinanti dell'aria nei primi giorni di vita rispetto agli altri. Questi i risultati di un nuovo studio condotto dalla University of Southern California e pubblicato su Archives of General Psychiatry.
La ricerca
Gli scienziati hanno analizzato cinquecento bambini residenti nello Stato della California: grosso modo la metà era affetta da autismo. Le madri dei piccoli hanno fornito l'indirizzo in cui hanno vissuto durante la gravidanza e il primo anno di vita del bambino. I ricercatori hanno raccolto questi dati - insieme con quelli del volume di traffico, delle emissioni dei veicoli, modelli meteorologici e le stime locali di sostanza inquinanti come le particelle sottili, ossidi di azoto e loro miscele e ozono – per stimare l'esposizione verosimile all'inquinamento dei piccoli.
In base ai risultati, i bambini esposti a un maggior numero di sostanze inquinanti avevano un numero di probabilità di essere autistici rispetto a coloro che erano stati esposti alle minori concentrazioni di sostanze tossiche.
Questa conclusione, tuttavia, non prova in modo definitivo che l'inquinamento sia la radice dell'autismo. Concetto esplicitato da Heather Volk, autore principale dello studio: "Non stiamo dicendo che l'inquinamento atmosferico causa l'autismo. Ma che potrebbe essere un fattore di rischio. Si tratta di un disturbo complesso ed è verosimile che molti fattori contribuiscano al suo sviluppo".
In particolare, secondo l'esperta, le differenze genetiche potrebbero rendere alcuni bambini più suscettibili di altri nei confronti di eventuali danni derivati da stimoli ambientali come le sostanze inquinanti. Comunque, i cambiamenti dell'inquinamento atmosferico non spiegano del tutto l'impennata della diffusione del disturbo che si è registrata negli ultimi trent'anni.