Il dottor Diego Frigoli spiega come riconoscere questa patologia e come attenuare tutti i sintomi più gravi
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Il 75 per cento degli italiani soffrono di cefalea tensiva ma sanno poco o nulla di questo disturbo che spesso è il modo con il quale l'organismo manifesta ansia o disagio. A spiegare come riconoscerla e curarla è il dottor Diego Frigoli, psichiatra, psicoterapeuta e fondatore del pensiero ecobiopsicologico, presidente della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Istituto Aneb.
Cos’è la cefalea tensiva?
"Vi sono diversi tipi di cefalea, le più conosciute sono la tensiva a grappolo e trigemina, che differiscono dall’emicrania. La cefalea tensiva è la forma più diffusa, ne soffre il 75% della popolazione, soprattutto donne. Compare in media attorno ai 15 anni ma si sono riscontrati dei casi anche in preadolescenza".
Quali sono le cause?
"Le cause spesso sono riconducibili a problemi emotivi che inducono i muscoli a irrigidirsi, in particolare i muscoli del collo e del capo, il trapezio e lo sternocleidomastoideo che generano la sintomatologia dolorosa. Inoltre potrebbero essere causa di mal di testa la cattiva occlusione dentaria e la scorretta postura. È stata anche riconosciuta una cefalea senza tensione muscolare, di origine esclusivamente psichica. Spesso è associata a stati depressivi e ansiosi".
Quanto tempo dura un episodio cefalico?
"Dipende, le crisi di dolore possono durare da meno di un’ora ( esattamente trenta minuti) a cinque, sette giorni. Il disturbo diventa cronico se si presenta ogni due tre giorni".
Quali sono i sintomi della cefalea tensiva?
"I sintomi principali della cefalea tensiva sono il dolore intenso e di tipo oppressivo chiamato generalmente cerchio alla testa, inoltre il dolore non è pulsante ed è bilaterale, si avverte anche pressione dietro gli occhi. Dietro l’emergere della cefalea vi sono cause sia fisiologiche ma anche componenti psicologiche. La forma idiopatica della cefalea rappresenta un fenomeno di grande importanza da diversi punti di vista, ovvero in ambito medico, psicologico e sociale. Purtroppo nella cura della cefalea si tende a considerare il sintomo e non si tiene conto della causa che lo determina. Gli antidolorifici danno giovamento creando un sollievo momentaneo ma non curano il motivo per cui il dolore si è manifestato".
Potrebbe chiarirci meglio questo concetto?
"I nostri organi e le nostre funzioni veicolano messaggi ed emozioni che non sempre riusciamo a esprimere tramite il linguaggio verbale. La cefalea sembra colpire la sede dei nostri pensieri che fanno parte di nostre componenti intime che non sempre comunichiamo a chi ci circonda. Il nostro pensiero è unico, differisce da un individuo all’altro è nascosto a chi non vogliamo o non possiamo esprimerlo".
Come s’inserisce in tal senso la comprensione della cefalea?
"La cefalea espressa dal dolore rappresenta il desiderio di allontanare i pensieri che potrebbero creare disequilibrio poiché intollerabili. Il dolore paralizza la fluidità del nostro pensiero che non riesce a comunicare liberamente con il nostro mondo emotivo".
Chi soffre di cefalea tensiva che tipo di caratteristiche peculiari evidenzia?
"Gli individui colpiti da cefalea evidenziano un’attività razionale molto intensa e una scarsa capacità di esprimere all’esterno le proprie emozioni. Il dolore funge da difesa per l’enorme carico di pensieri che ingorgano l’individuo. In tal senso quest’ultimo evita di avvicinarsi a contraddizioni inconsce che non riuscirebbe a risolvere in alcun modo. Di fatti molti individui si ammalano di cefalea per la difficoltà a vivere le proprie frustrazioni e ansie, le proprie delusioni sul piano psichico. L’individuo affetto da tale problematica sposta sul corpo il conflitto interno espresso tramite il sintomo del dolore".
Quale terapia oltre a quella farmacologica potrebbe essere utile?
"L’agopuntura appare molto efficace nella cura del dolore dovuto a tale patologia, poiché permette di allentare le contrazioni tensive muscolari, riducendo il dolore nell’ 80% dei casi. Gli aghi creano un microcircuito nei punti in cui vengono inseriti: sul piede, sulla gamba e sulla mano oltre che sul collo, all’incirca dieci o dodici aghi (a seconda dei casi) che provocano debolissime correnti (millesimi di volt). Inoltre ritengo sia utile, per comprendere le cause del disagio, intraprendere un percorso psicoterapico, in cui si tenga conto dell’importanza del processo di somatizzazione. In tal senso il modello ecobiopsicologico evidenzia come la somatizzazione sia il processo mediante il quale il corpo s’incarica di comunicare a se stessi e agli altri la presenza di contenuti disturbanti per la coscienza. In questo senso la cefalea costituirebbe una codificazione di contenuti affettivi ed emotivi difficili o talvolta impossibili da mentalizzare. Gli psicoterapeuti che si avvalgono di tale modalità operativa, nella presa in carico dei pazienti, sono molto attenti al continuum mente-corpo e a ciò che quest’ultimo comunica. La psicoterapia ecobiopsicologica ha condotto i nostri pazienti affetti da cefalea a migliorare la loro qualità di vita fino alla recessione del sintomo, grazie a un processo di consapevolezza e di elaborazione delle cause che hanno determinato il disturbo".