UNA RICERCA DEL CNR

Da una ricerca italiana arriva il collirio che combatte le malattie del cervello

Realizzato dall'Ibcn-Cnr di Roma, il ritrovato contiene il fattore di crescita nervoso: bastano poche gocce per stimolare la produzione di nuovi neuroni

19 Apr 2017 - 10:41
 © dal-web

© dal-web

Basterà qualche goccia di un collirio "speciale" negli occhi per aiutare il cervello a rimanere in salute. Un gruppo di ricercatori dell'Ibcn-Cnr di Roma ha messo a punto una terapia in grado di contrastare l'avanzata delle malattie neurodegenerative e di fornire dati importanti per la comprensione dei meccanismi cerebrali. E il tutto grazie al fattore di crescita neuronale (Nfg), contenuto nel farmaco, che induce le cellule progenitrici presenti nel cervello a produrre nuovi neuroni.

Da una ricerca italiana arriva il collirio che combatte le malattie del cervello

1 di 0

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista European Journal of Neuroscience. I test sono stati effettuati su cavie da laboratorio e hanno mostrato un'elevata efficacia del collirio nel contrastare gli effetti degenerativi dei danni neuronali causati ad esempio dall'encefalopatia diabetica, dall'infiammazione cronica o da agenti chimici.

Piccoli neuroni crescono - "Il fattore endogeno responsabile della crescita e della riparazione delle cellule nervose è stato individuato per la prima volta dal premio Nobel Rita Levi Montalcini ed è largamente conosciuto per la sue proprietà neuroprotettive e rigenerative", spiega la ricercatrice Paola Tirassa, co-autrice della ricerca. Il team del Consiglio nazionale delle ricerche ha sviluppato un farmaco in grado di superare la barriera retinica e di penetrare direttamente al livello delle aree cerebrali per indurre la crescita di nuovi neuroni che andranno a "rimpiazzare" quelli danneggiati.

La ricerca continua - "Abbiamo osservato – conclude Tirassa – che il collirio Nfg agisce direttamente su una particolare area del cervello: la zona subventricolare dei ventricoli laterali, considerata la più ricca sorgente di precursori neuronali nei mammiferi". La scoperta potrebbe aprire prospettive future per lo sviluppo di terapie non invasive, indolori e prive di evidenti effetti collaterali per la cura delle patologie neurodegenerative umane.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri