La Maturità prova a farsi più attuale e pop, la la sostanza non cambia: l’esame è ormai troppo vecchio e slegato dalla realtà. E’ tempo di cambiare?
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Un mix tra ritorno alla natura nel senso tradizionale del termine e spinta al cambiamento dettata (o, meglio, imposta) dalle nuove tecnologie. Questo lo stile della maturità targata Fedeli. Nel mezzo, gli inevitabili disagi sociali presenti o possibili. Tutto espresso da simboli che, curiosamente, sono tanto cari alla moda hipster: la bicicletta del problema dello scientifico (rigorosamente alternativa, con le ruote quadrate), la piattaforma di car pooling per la prova di informatica, il rispetto dell’ambiente pur nella necessità di progredire - leitmotiv dei temi della prima prova - e, per finire, l’inno alla filosofia della vita nella versione di Seneca. Non mancano poi temi sociali di portata mondiale quali il fenomeno della disoccupazione (per ‘diritto ed economia’ al liceo delle scienze umane), quello della povertà e dell’emigrazione (per la prova di inglese al liceo linguistico).
Il Miur sta velatamente cercando idee attraverso l’esame?
Insomma, sembra che i maturandi edizione 2017 siano chiamati a salvare il mondo e ad elaborare soluzioni per garantire un futuro pacifico, sostenibile, equo e solidale. Tanto da spingere personalità legate all’innovazione come Riccardo Luna a dire è “come se al ministero dell’Istruzione, con la scusa della maturità, avessero deciso di lanciare un mega sondaggio. O una call for ideas, una richiesta pubblica di idee.” Può essere ed è una opinione condivisibile, il problema è che l’esame di Maturità, almeno per come sono stati preparati i ragazzi ad affrontarlo, è tutt’altro.
I programmi non formano più le menti dei cittadini di domani
Fin dall’inizio del quinto anno la maggior parte dei docenti si affanna a rincorrere una chimera: il completamento dei programmi. Al tal punto da perdere di vista che lì fuori c’è un mondo, con le sue dinamiche e le sue sfide, che prima o poi chiederà agli studenti di dare il loro contributo. Peccato che fino al diploma (di maturità o di laurea) il nostro sistema formativo non dia loro la possibilità di sporcarsi le mani. Sì, magari con l’alternanza scuola-lavoro (purché fatta bene) qualche cambiamento potrà esserci in questo senso, però il fatto che il 40% dei ragazzi si scontri con professori ostili a questa attività la dice lunga di quanto sia difficile mettere il naso fuori dai libri. Che invece è proprio quello che serviva per arrivare preparati a questa maturità: leggere tante news, guardare documentari, trasmissioni di approfondimento.
La provocazione di Skuola.net: investiamo le risorse in maniera diversa
Non basta proporre la stravagante bicicletta a ruote quadrate per rendere la matematica più vicina alle applicazioni pratiche, perché tanto la sostanza che c’è dietro è sempre abbastanza tradizionale. Dovremmo prima di tutto cambiare il modo di fare scuola, che si possa arrivare al termine di un percorso preparati in maniera adeguata, sia al tipo di esame sia e soprattutto a quanto richiede il mondo di oggi. Noi di Skuola.net lanciamo questa idea: anziché raccogliere idee attraverso l’esame di Maturità, perché non le finanziamo? Se abolissimo l’esame così come è oggi, risparmieremmo ogni anno 200 milioni di euro. E sai quante startup di brillanti giovani potremmo veder crescere con quei soldi?