Dopo Roma e Milano, esce anche nel resto d'Italia il nuovo film del regista romano di "Alì ha gli occhi azzurri".
In uscita nelle sale italiane il primo giugno (a Milano e Roma dal 25 maggio) "Fiore", di Claudio Giovannesi è un film che parla di sentimenti e di carcere, di adolescenza e di privazione della libertà, ma anche e soprattutto di mancanza d'amore. Presentato a Cannes tra gli applausi del pubblico e della critica il film conferma il talento del regista romano di "Alì ha gli occhi azzurri" (2012)
Anche questa volta, come per l'opera precedente, che ha vinto il Premio Speciale della Giuria e il Premio alla Miglior opera prima e seconda al Festival Internazionale del Film di Roma, Giovannesi ci regala un film autentico e nitido, senza inutili fronzoli, intenso e realista.
La storia di un amore giovanile che nasce in un carcere minorile e qui imprevedibilmente sboccia, a dispetto della separazione fra maschi e femmine e di un ambiente che dei detenuti comprime tutto, compresi i sentimenti. Daphne (Daphne Scoccia), in carcere per rapina, si innamora di Josh (Josciua Algeri), anche lui giovane rapinatore. Dietro le sbarre però i maschi e le femmine non si possono incontrare e l’amore è vietato: la relazione di Daphne e Josh vive solo di sguardi da una cella all’altra, brevi conversazioni e lettere clandestine. Il carcere non è più solo privazione della libertà ma diventa anche e soprattutto mancanza d’amore.
E "Fiore" diventa così il racconto del desiderio d’amore di una ragazza adolescente e della forza di un sentimento che infrange ogni legge. Il racconto di una prima volta, del primo innamoramento, che paradossalmente avviene in un luogo dove l'amore non è ammesso. E’ possibile vivere l’adolescenza in un contesto carcerario? Preservare la grazia e l’innocenza pur essendo colpevoli davanti alle legge? Questa contraddizione è stata l’origine del lavoro di Giovannesi, il paradosso di due adolescenti che vivono la forza del primo amore in un luogo dove l’amore è vietato.
Presentato al Festival di Cannes alla Quinzaine des Réalisateurs, il film ha ricevuto ottime recensioni ed è stato accolto dall'applauso scrosciante del pubblico. Il cast dei detenuti adolescenti è composto da attori non professionisti, per la maggior parte ex detenuti o in regime di messa alla prova, qualcuno conosciuto nei laboratori in carcere, quando il Dipartimento di Giustizia Minorile ha dato a Giovannesi il permesso di coinvolgerlo nel film.
Il regista e gli sceneggiatori hanno trascorso un periodo di quattro mesi (da gennaio a maggio 2014) di insegnamento volontario all’interno dell’Istituto Penale per i Minori di Casal del Marmo: il carcere minorile di Roma, coinvolgendo i detenuti, ragazzi e ragazze, in una serie di laboratori sul tema del linguaggio video e cinematografico, per riuscire a scrivere la sceneggiatura all’interno del carcere e basarla sulle loro esperienze e sulle loro reali biografie.