QUALITA' E HUMOR

Sul palco con gli Elii? Una cosa da "Folli"

Dal 2008 Paola Folli gira in tour con la band: "Con loro non sono una semplice vocalist"

20 Giu 2011 - 11:42
 © KDPhotos

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Dopo l'esperienza televisiva di "Parla con me", Elio e le storie tese tornano in tour. La band partirà il 21 giugno da Villa Arconati di Bollate. Nel gruppo da qualche tempo c'è anche una presenza femminile fissa: Paola Folli. Artista poliedrica, sul palco con gli Elii mette al loro servizio la sua straordinaria vocalità ma anche un innato senso dell'umorismo. "E' stato il coronamento di un sogno" dice lei a Tgcom.

"Anche perché - continua - sono riuscita a ritagliarmi un ruolo non da semplice vocalist: mi sento davvero una cantante C maiuscola...". Niente di meglio per chi che ama definirsi un'artista a 360 gradi, e con un curriculum che parla da sé. Paola ha collaborato con alcuni dei più grandi artisti pop italiani (da Mina a Vasco Rossi, da Eros Ramazzotti a Renato Zero) senza mai perdere di vista il mondo del jazz, che frequenta ancora oggi con due progetti di classe come gli Archimia (un quartetto d'archi e voce) o la sua ultima creatura, i Jazzout, gruppo con il quale rivisita in chiave pop e jazz standard della canzone italiana e internazionale. Ma Paola Folli è anche vocal coach per "Zelig" o cantante doppiatrice dei film della Disney. Dal 2008 però gran parte del suo tempo è assorbito dalla collaborazione con Elio e le storie tese. "Quando quasi quattro anni fa mi hanno chiamata Rocco ed Elio per chiedermi di unirmi a loro per il tour sono saltata sulla sedia – spiega -, perché per me, a livello musicale, sono i numeri uno! Strepitosi perché fanno delle cose che all'orecchio suonano semplicissime e invece sono di una difficoltà incredibile".

Prima di allora avevi avuto modo di collaborare con loro?
Li conoscevo singolarmente per le varie situazioni musicali alle quali partecipano, tipo la Biba Band. Poi ho lavorato a qualche disco in qualità di Vocalist ma tournée non ne avevo mai fatte. Per me è stato un po' il coronamento di un sogno. In Italia non ci sono molte occasioni per fare musica di quel tipo e con gente che suona in quel modo. Io poi devo ammettere di essere molto viziata perché ho avuto la fortuna di suonare sempre con gente molto brava. E quando ti capita di suonare in situazioni non alla stessa altezza, la sofferenza non è poca.

Cosa significa per te condividere questa esperienza?
Per me è una bellissima esperienza e una grossissima scuola. Una delle cose che mi piace degli Elii è che per esempio tutti fanno le loro proposte (ad esempio alle prove) ma nessuno dice mai di no a prescindere. Si suona il brano e poi si sceglie quella che è l'idea più funzionale e d'effetto. Poi fai tutto a memoria. Nel 2008 nelle prime date avevo il leggio ma mi sentivo un po' un pesce fuor d'acqua. Christian (Meyer, batterista della band - ndr) mi ha aiutato spiegando che ci era passato anche lui e che così mi perdevo tre quarti della 'goduria'. Allora dopo 5/6 serate ho tolto i testi e dal secondo tour in poi ho approcciato il tutto in maniera completamente diversa, cercando di imparare da subito i brani senza leggerli. Ovviamente ogni tanto qualche errore c'è ma è tutta un'altra vita. E poi dal punto di vista musicale (e soprattutto visivo) l'impatto è completamente diverso...

Come è stato l'inserimento in un gruppo così rodato da anni?
Sono arrivata in punta di piedi per non essere invadente e rompere un loro equilibrio che è molto ben definito e, come hai detto tu, rodato da anni. Però al contempo forse ho rotto uno schema che sembrava immutabile e che è quello di una donna sul palco con loro... per me è una grande conquista.

Guardandovi sul palco si percepisce un bell'affiatamento...
Si è davvero così e la cosa bella è che non mi sento solo una vocalist ma un'artista a 360 gradi. In tour suono anche molto le percussioni e uno dei più bei complimenti mi è stato fatto da un fan di lunga data che ha detto che la mia presenza ha reso "il tutto un più morbido e che oltre ad avere una bellissima voce so anche prendermi molto in giro'. Senza contare i soprannomi che mi affibbia Faso (il bassista - ndr). Il più gettonato, per ora, è 'Pai Follai'. Fantastico! che cosa posso volere di più?

Quando Elio era a XFactor come giudice tra lui e Ruggeri era un contrasto continuo tra tecnica e personalità. Tu cosa ne pensi?
Possono esserci tutte e due se c'è il personaggio. Lady Gaga , Beyoncè, Christina Aguilera o Pink sono la dimostrazione che si può essere un personaggio e cantare bene.... Il personaggio lo puoi anche costruire. Ma se alla base non c'è nulla... Io mi stanco se sento una voce troppo precisa, troppo perfetta, devi trasmettere qualcosa. E poi la parola talento viene usata troppo spesso, il talento non ce l'hanno tutti. Però qualcosa devi averla: se non hai l'intonazione devi avere il carisma, se non hai il carisma devi avere qualcos'altro. Poi c'è chi ha tutto e di più. Tina Turner, il mio idolo, ne è la dimostrazione. In lei c'è carisma, talento, personalità e voce che spacca!

Pensi che a volta troppa tecnica possa essere addirittura un handicap?
Sì, ma dipende dalla situazione in cui ti trovi. In una situazione come quella di Elio non puoi essere impreciso, o inventarti una tua intonazione... non è possibile.

(NELLA PAGINA SEGUENTE PAOLA PARLA DEI TALENT E DELLE DIFFICOLTA' DI ALCUNI PEZZI DEGLI ELII)

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Cosa pensi dello strapotere che hanno assunto i talent in campo musicale?
La cosa che mi spiace veramente è che sono un po' un 'tritacarne'. In tre mesi diventi conosciutissimo, le case discografiche si trovano cantanti con un promozione che in casi normali si farebbe in tre anni. Però a fronte di uno che vince o emerge ce ne sono decine che vengono bruciati in maniera quasi definitiva, ma questa è la legge della tv. Volente o nolente funziona così. Non è detto però che mi piaccia.

Sentiremo mai a un talent una cantante in grado di cantare "Plafone"?
(sorride) Non credo... ma ci spero!!

Ce ne sono tante in Italia in grado di cantarla?
(sorride) Non credo... ma ci spero!!!

È davvero così difficile come appare a noi comuni mortali?
Si è abbastanza allucinante. E' scritta dal maestro Rocco Tanica e si sa che le sue composizioni sono tutto tranne che semplici: parte da note basse per arrivare molto in alto e il tutto è farcito da un testo a dir poco 'surreale'. Faso mi ha detto che Antonella Ruggiero quando ha dovuto inciderla li ha chiamati e ha detto che mentre la provava si sentiva un po' una pazza. Forse è proprio così, devi cantarla un po' da... 'Folli'. 

Tra le altre cose hai collaborato anche con "X Factor". Se ti offrissero un ruolo da vocal coach cosa faresti?
La televisione ti dà una visibilità che il lavorare dietro le quinte ovviamente ti preclude. Però il problema è durare negli anni. Io cerco prima la stima e poi la popolarità: se questa arriva la faccio entrare ma sempre se è legata a qualcosa di spessore. 

Come per esempio gli Archimia...
Questo progetto con gli Archimia lo sto seguendo come fosse un bambino e secondo me è qualcosa che manca. Con quattro archi e voce facciamo in maniera non convenzionale pezzi come "Toxic" di Britney Spears o "Vacanze Romane". In genere ci esibiamo in teatri e finora il pubblico ha molto apprezzato. Però non è facile trovare spazio con una proposta di questo tipo.

Hai un sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe lavorare un po' all'estero. Ho già dei contatti, vedremo... per ora mi godo il presente che è davvero bello e intanto canticchio 'Forse non tutti sanno quanto è piacevoleeee sotto la doccia inventare una melodiaaaa'.






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