Home Festival di Treviso, le foto della prima giornata
© ufficio-stampa | Foto di Davide Carrer
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Il gruppo, tra i simboli della new wave degli anni Ottanta, si conferma formidabile dal vivo, con un Simon Le Bon in forma e la solita empatia sul palco. Ottimi anche The Bloody Beetroots e Moderat
di Andrea Ferrario© ufficio-stampa
Grande successo per i Duran Duran all’Home Festival di Treviso: tra vecchi successi e nuove hit, la band inglese - tra i simboli della new wave degli anni Ottanta - conquista il pubblico giunto da ogni parte d’Italia e non solo. Con tredici canzoni per tredici diverse emozioni, Simon Le Bon e i suoi si confermano formidabili dal vivo, tra precisione stilistica, empatia sul palco e capacità di trascinare la folla.
E' dopo l'energica esibizione degli Horrors che sul main stage salgono i Duran Duran, preceduti da una scarica di tuoni e fulmini ricreata da intense luci e suoni cupi. Comincia subito "Paper Gods", accompagnata da un viola psichedelico che ben si adatta alle melodie della canzone di apertura dell'omonimo album. E' però con “Wild Boys” che inizia il vero show: oltre ai fan sotto il palco, anche le file più arretrate non possono fare a meno di ballare urlando ogni singola parola della sempreverde hit del 1984.
Durante "A View To a Kill", "Last Night in the City" e "Come Undone", Simon Le Bon grida più volte di amare l'Italia, e il pubblico risponde calorosamente alla dimostrazione d'affetto del cantante. La kermesse trevigiana si infiamma definitivamente sulle trascinanti "Notorious" e "Pressure Off", che si concludono con un tripudio di coriandoli rosa. E' un momento davvero magico e i fan se ne rendono conto: mentre cantano la successiva "Hold Back the Rain" tentano (taluni invano) di raccogliere quei pezzettini di carta colorati come ricordo della notte speciale. Sembra il momento più alto dell'intero concerto, ma è solo un'impressione: il tutto si fa ancora più emozionante (e a tratti angelico) durante "Ordinary World", in cui la voce di Simon Le Bon viene accompagnata da un forte colore azzurro che inebria il palco, in sintonia con la t-shirt del cantante. A suggellare le profonde sensazioni che solo il singolo del 1992 è in grado di scatenare, il leader dei Duran Duran chiede esplicitamente di dedicare la canzone alle persone che abbiamo amato e che per qualsiasi motivo non sono più presenti nella nostra vita.
Prima della presentazione dell'intera band (turnisti e coriste compresi) in "Girls on Film", è la cover di Grandmaster Melle Mel "White Lines (Don't, Don't Do It)" ad accendere di nuovo il pubblico, che ormai si sta mentalmente preparando all'arrivo dell'encore e delle ultime canzoni della serata. Dopo una breve pausa e un cambio di maglia per Simon Le Bon, i Duran Duran tornano sul palco con l'accoppiata "The Universe Alone-Save a Prayer", e il leader della band (con tanto di chitarra classica) invita il pubblico ad ammirare il cielo e la Luna della notte trevigiana, che finalmente fa capolino tra qualche nube di troppo. Diversi palloni gonfiabili, altra miriade di coriandoli e tanto entusiasmo sono gli ingredienti fondamentali di "Rio", con la quale si chiude definitivamente l'esibizione degli eterni ragazzi inglesi. Il saluto all'Italia intera avviene con un sentito "Grazie e arrivederci" da parte di Simon Le Bon, che suona come una vera e propria promessa di un ritorno.
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Un fandom oltre i confini - Sono circa settemila chilometri, una vera e propria distanza intercontinentale, ma la sconfinata passione per i Duran Duran ha permesso di unire l'Home Festival di Treviso con gli Stati Uniti. Fautori di questo incontro sono la milanese Susanna Graupner, 47 anni, e gli stessi organizzatori della kermesse italiana, che le hanno regalato il poster ufficiale della prima data, con protagonista la band inglese, che verrà poi consegnato all'americano Andrew Golub, noto come Durandy, curatore della più grande collezione al mondo di memorabilia legati ai Duran Duran.
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Susanna Graupner, fan dei Duran Duran
Durandy ha fatto della passione per la band inglese la sua vita: ha lasciato il lavoro e si è dedicato a tempo pieno al collezionismo, raccogliendo meticolosamente tutto quello che trovava di cartaceo (e non) sui Duran Duran. "Mi aveva chiesto di recuperargli il poster del loro primo concerto allo stadio San Siro di Milano nel 1987, ma non sono riuscita. Invece io ce l'ho, dato che l'ho staccato da un muro nel centro di Milano. O si ottengono per vie ufficiali, oppure ci si arrangia come si può...", scherza Susanna. "Da quel momento è nata una collaborazione, e ogni anno gli mando uno scatolone con poster, riviste, edizioni speciali di dischi", che continuano ad arricchire la "miniera duraniana" di Golub, punto di riferimento a livello mondiale per i fanatici di Simon Le Bon e compagni.
Oltre a Durandy, anche Susanna è parte attiva del fandom dei wild boys, e prova per loro un amore così intenso da "perdere l'uso della parola quando li incontro", anche se ormai sono per lei "quasi parte della famiglia, essendo cresciuta con le loro canzoni dall'età di 13 anni". Il suo sostegno alla band non si esaurisce nel cantare a squarciagola i brani durante i concerti, ma si riverbera anche su un lato più umano: "A Simon Le Bon ho portato il vino di mio suocero, che lui accetta volentieri perché apprezza la buona enogastronomia italiana. Il suo carattere? Va a giorni alterni, ma quando non è pressato ed è tranquillo è un gran simpaticone. A volte gli porto un pezzo di parmigiano, di cui il suo cane Luigi va ghiotto...".
La consegna del poster dei @duranduran per il collezionista americano! pic.twitter.com/aqHcKp8zwL
— Home Festival (@homefestival1) 31 agosto 2017
Successo anche per The Bloody Betroots e Moderat - Dopo i Duran Duran, sul main stage è tempo del progetto The Bloody Betroots, nato per mano di Sir Bob Cornelius Rifo. L'artista italiano, originario di Bassano del Grappa, è stato peraltro premiato con una targa d'argento dal presidente della Camera di commercio di Treviso-Belluno Mario Pozza per il successo internazionale ottenuto proprio grazie a tale progetto. Pozza, inoltre, si è complimentato con Bob Cornelius Rifo per "aver portato la creatività nel mondo" e aver reso "orgogliosi i veneti".
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Foto di Davide Carrer
Anche i Moderat conquistano con la loro innovativa elettronica l'Home Festival: tra le loro hit basta ricordare "A New Error", brano protagonista della colonna sonora del film "Laurence Anyways" (2012) del regista Xavier Dolan. Notevoli anche le esibizioni di Frank Carter & The Rattlesnakes dal punk rock irruente e dei Slydigs, dal puro e trascinate rock'n'roll. Da segnalare anche l'assai gradita (e applaudita) presenza di Demonology Hi-Fi (duo composto da Max Casacci e Ninja dei Subsonica) e Soulwax sull'Isko Tent Stage.
Annullata la data numero due - Gli organizzatori dell'Home Festival hanno annunciato che "con estremo rammarico" sono "costretti ad annullare solo la data del primo di settembre 2017, per verificare e ripristinare i danni avvenuti alle strutture. Per garantire la sicurezza l'area resterà chiusa fino all'apertura dei cancelli prevista per domani 2 settembre alle ore 15, giornata nella quale la programmazione artistica sarà rispettata completamente". Coloro che hanno acquistato il biglietto giornaliero dell'1 settembre 2017 possono richiedere il rimborso rivolgendosi al circuito prevendita presso il quale lo hanno acquistato entro e non oltre il 15 settembre 2017.