Il bomber dell’Atalanta, dopo il gol, mostra la stessa t-shirt di migliaia di argentini scesi in piazza contro il governo di Buenos Aires
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Non di sole Veline e fuoriserie si nutre il calciatore professionista nel 2012. Non tutti sfilano nei privée dei locali alla moda o fanno coppia fissa con l’ultima amazzone di agenzia. Qualcuno, oltre ai piedi buoni e a una buona dose, ha sale in zucca e si guarda attorno. Molti si impegnano nel sociale, qualcuno ci mette la faccia anche in politica. L’ultimo, in ordine di tempo, è German Gustavo Denis, centravanti argentino dell’Atalanta nonché autore domenica sera di due gol che hanno steso l’Inter.
Dopo aver portato sul 2-1 i bergamaschi, il 31enne di Lomas de Zamora ha sollevato la maglia della Dea per mostrare in mondovisione un’altra casacca. Sulla t-shirt la lettera “K” coperta dal segno di divieto. Questa maglietta è stata uno dei simboli della protesta di piazza di Buenos Aires contro Cristina Kirchner, attuale presidente dell’Argentina. Giovedì in centinaia di migliaia hanno alzato la voce per dire basta a corruzione e malgoverno: Denis era ad allenarsi nel centro sportivo dell’Atalanta, a Zingonia, vale a dire una sorta di terra di mezzo tra Africa e Vecchio Continente.
El Tanque ha però pensato bene di aderire a modo suo alla protesta, di far sapere che anche a lui non piace l’Argentina gestita dalla Kirchner. Missione riuscita: della protesta si parlerà più per quella t-shirt che per la migliaia di connazionali in piazza. Ma un calciatore che prende una posizione politica così netta è merce rara, quasi come una domenica di Serie A senza veleni e arbitri da crocifiggere.