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Con il Bitcoin la moneta viaggia in Rete, libera dai controlli delle banche e dello Stato

La nuova valuta è nata su Internet e lì si sta sviluppando esponenzialmente, mentre sono ancora da capire i reali pericoli pericoli di questo credito innovativo

12 Lug 2013 - 12:39
 ©  Afp

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Una nuovo modo di far circolare moneta si sta sviluppando in tutto il mondo. Non si tratta delle classiche banconote o di “spiccioli”, la nuova valuta infatti è completamente digitale, viaggia in bit e viene depositata su personal computer o “banche virtuali”. Si chiama Bitcoin.

Questa moneta si chiama Bitcoin, è nata nel 2009 e ora sta crescendo in maniera esponenziale. Come riporta La Repubblica, lo spunto fondamentale in questo incremento è avvenuto in primavera con la crisi di Cipro, in correlazione all’impossibilità degli abitanti dell’isola di accedere al credito. Questi avvenimenti hanno messo in evidenza alcune crepe del tradizionale sistema bancario, esaltando al contempo le caratteristiche principali della moneta virtuale. Il bitcoin non è affiliata a nessuna banca centrale e si muove indipendente sulla Rete, disponibile per chiunque possegga un “conto” di questo tipo. Nessuna restrizione e nessun pericolo di non poter accedere alla propria liquidità. 

L’unico limite del Bitcoin al momento è quello della cifra massima a disposizione degli utenti, quantificata in 21 milioni e non ancora raggiunta. Per il resto, i vantaggi sembrano essere molteplici: il suo valore non oscilla in base ai movimenti delle Borse, non può essere spiato, le transizioni sono anonime. La sua diffusione si basa proprio su queste peculiarità, che hanno convinto un sorprendente numero di lavoratori, soprattutto negli Stati Uniti, ad affidarsi a questa moneta. In California, ormai testa di ponte per tutte le novità tecnologiche legate al web, i lavoratori della Silicon Valley hanno già accettato di ricevere lo stipendio in bit.

Parallelamente allo sviluppo della moneta, di conseguenza si sviluppano locali, negozi e siti che accettano questo pagamento. Una tendenza destinata ad accrescersi, se sempre più persone accederanno a questo credito e se sempre più esercizi si attrezzeranno in questo senso. Al momento, i “pagatori virtuali” sono ancora una piccola comunità, guardata forse con un po’ di sospetto; tutto potrebbe evolversi definitivamente se le grandi aziende si votassero a tale credo economico. Facebook ad Apple sono già entrati in quest’ottica, la Borsa londinese ha uno spazio dedicato al Bitcoin. Se l’input arrivasse quindi dall’alto, i 21 milioni che al momento limitano la moneta digitale sarebbero superati e si potrebbe aprire una nuova era monetaria. Per adesso sono emersi gli aspetti aspetti positivi ed entusiasmanti della novità, ma presto si potrebbero conoscere anche quelli oscuri; pagamenti illegali, denaro sporco, riciclaggio in Rete. Nulla si può  escludere in questo nuovo spazio per il credito, nel bene o nel male. 

Intanto, è recente la notizia che la famosa piattaforma Pirate Bay utilizzerà i Bitcoin al fine di sviluppare un’app per mantenere segrete le conversazioni e i messaggi su Internet. L’applicazione si chiama Heml.is (“segreto” in lingua svedese) e sembra fatta apposta per i fruitori dei Bitcoin, in cerca di maggiore riservatezza e libertà dai controlli dello Stato. 

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