Arte, letteratura, filosofia e molto altro ancora
L’Antica Grecia è la culla della civiltà occidentale, il fulcro della nostra forma mentis, il big bang della democrazia e della filosofia. E’ in questo territorio aspro e frastagliato, tra le alture della polis di Atene, che il mondo sino ad allora conosciuto ha vissuto una rivoluzione che lo avrebbe cambiato in maniera indelebile e illuminata, per certi versi definitiva poiché nulla sarebbe stato come prima. Arte, letteratura, filosofia, teatro, democrazia, hanno danzato insieme in un baccanale dionisiaco di sapere, compenetrandosi e completandosi sino a raggiungere vette inimmaginabili, di intensità raramente toccata nei secoli a seguire.
La città di Atene, la polis per eccellenza, è stata il centro di questo furore intellettuale e passeggiando fra i templi che ancora dominano dall’alto la moderna capitale, ci si può immaginare cosa dovesse essere nel suo momento di massimo splendore e quale fascinazione dovesse esercitare in quanti vi giungevano per la prima volta. Il destino di Atene era scritto sin dal giorno della sua fondazione, sarebbe stata la più potente e prospera delle città greche, per questo due divinità se la contesero, Poseidone, dio del mare e Atena dea della sapienza. Furono gli abitanti a scegliere la dea come loro protettrice poiché questa aveva portato in dono l’ulivo, simbolo di prudenza, di serenità e di pace; a lei è dedicato l’edificio più rappresentativo dell’acropoli, il Partenone, nel mezzo del quale si trovava una grande statua che la raffigurava.
Si tratta di un tempio in stile dorico, realizzato in marmo pentelico, caratteristico della Grecia, lo stesso utilizzato per l’Eretteo, un tempio in stile dorico dalle colonne con fattezze femminili, le cariatidi. I propilei costituiscono l’accesso all’acropoli, mentre il tempio più piccolo del complesso monumentale è anche uno dei più rilevanti ed è quello dedicato ad Atena Nike.
La capitale greca non è solo la polis, anzi, è una città moderna e vivace che stupisce per la sua vitalità e i tanti locali e intrattenimenti che offre. Uno dei quartieri più amati è quello de la Plaka, posto ai piedi dell’acropoli, sempre molto affollato poiché è qui che si concentrano taverne, ristoranti e negozi di souvenir. E’ il luogo perfetto per una serata in compagnia, per gustare le specialità locali e magari azzardare qualche passo di sirtaki. Dirigendosi verso nord rispetto alla capitale si raggiunge Kalambaka, località famosa per i suoi monasteri posti in cima a scoscese falesie chiamate Meteore. Si tratta di imponenti rocce formatesi milioni di anni fa, a seguito del ritirarsi delle acque di un grande fiume che aveva qui il suo delta, al tempo in cui la Tessaglia era ancora coperta dalle acque del mare. L’azione erosiva della pioggia e del vento ha modellato queste rocce che per la loro natura inaccessibile hanno da sempre attratto asceti ed eremiti che si rifugiavano nei loro anfratti isolandosi dal resto dl mondo e vivendo in una maniera estremamente frugale. A partire dal XIV’ secolo inizia una vita monastica più organizzata con l’edificazione di monasteri veri e propri sulla sommità delle rocce.
Costruire in cima a questi pinnacoli scoscesi ha richiesto sforzi immani, i primi monaci venivano chiamati “atleti di Dio”, poiché quelle che compivano quotidianamente per raggiungere la cima erano vere e proprie acrobazie. Anche l’illustre giornalista Indro Montanelli, nel lontano aprile del ’39, ebbe modo di visitare questi luoghi scrivendo: “E adagino adagino… arrivai anch’io là dove seicento anni or sono erano arrivati il monaco Atanasio e i suoi tre compagni, acrobati, malati di follia misantropica”.
Oggi solamente 6 dei 24 monasteri originali sono ancora abitati, due dei quali da monache. L’impietoso scorrere del tempo, l’incuria e le invasioni da parte di conquistatori in cerca di tesori che non fossero solo spirituali, hanno ridotto in rovina il frutto di tanto faticoso e abnegante lavoro di edificazione. I monasteri superstiti però costituiscono una meta imperdibile per chi voglia scoprire qualcosa di davvero singolare e spettacolare allo stesso tempo. Aleggia fra le loro mura una spiritualità antica e severa ed è solo nel silenzio che se ne può cogliere l’essenza. Il panorama toglie il fiato, lo sguardo scorre lungo le pareti a strapiombo, dalla sommità alla boscaglia sottostante in un continuo balenare di dettagli. Sono ancora visibili precarie piattaforme si legno in prossimità di caverne e antri usati dai primi eremiti. Al crepuscolo l’atmosfera si fa ancor più suggestiva, quando la calda luce del tramonto avvolge questi luoghi come a volerli proteggere, conservandoli intatti nella Grazia.