Storia, cultura e cucina: itinerario alla scoperta di bellezze sconosciute come Palazzolo Acreide, di conferme come Scicli e Noto e Modica e della seconda vita di Ortigia.
di Sauro Legramandi
E’ vero: c’è un tempo per ogni cosa. Per vedere il Val di Noto di una volta e quella di oggi possono bastare un weekend lungo e un paio di scarpe comode. Ma i turisti sono avvisati: c’è così tanto da visitare che di certo quelle calzature saranno inutilizzabili a tour finito. Meglio, molto meglio, ritagliarsi una settimana e immergersi in quest’angolo senza età di Sicilia. Il barocco e la storia vanno affrontati con gli occhi di uno studente; il sole e il mare con quelli del turista; la gastronomia con quelli del buongustaio affamato di un mondo di sapori e colori.
Il Vallo di Noto di ieri e di oggi merita di essere visto. Merita perché è ricco di contrasti e di culture, di nobiltà decaduta e lotte di religioni, di passato remoto e presente in divenire.
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Monasteri Golf Resort
AI MONASTERI TRA STORIA E GOLF
Come base del nostro itinerario abbiamo scelto i Monasteri Golf Resort, un cinque stelle nelle campagne di Siracusa a quindici minuti dal mare di Fontane Bianche e poco più dal centro città. La scelta non è casuale: rilanciare questa struttura sorta su un monastero di benedettini prima e dimora di nobili casati poi (i baroni Catalano e Melilli su tutti) è una sfida tutta italiana. Nel dicembre 2017 la proprietà, il gruppo Bulgarella, ha siglato un accordo con JSH Hotels & Resorts, società riminese specializzato nella gestione alberghiera. L'obiettivo è promuovere e consolidare un sito come quello dei Monasteri. Praticamente da Pasqua 2018 la struttura ricettiva è tornata ad accogliere ospiti. E a viziarli.
Ognuna delle 102 camere si affaccia sul campo dal golf 18 buche o sull’aperta campagna siciliana mentre le ariose sale comuni invitano alla convivialità e al relax. Al benessere ci pensano le professioniste del marchio Clarins che, nei giorni scorsi, ha ufficialmente aperto la Zagara SPA by Clarins. Si tratta di 300 metri quadri in pietra dove non esistono macchinari bensì solo mani esperte che conoscono anatomia di corpo e viso.
Altro fiore all’occhiello dei Monasteri è il capitolo ristorazione: lo chef stellato Andrea Ribaldone coordina questo settore in tutti e quattordici punti del gruppo JSH. Ai suoi uomini n cucina lo chef insegna a puntare su piatti che esaltano i prodotti del territorio.
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PALAZZOLO ACREIDE, BELLA E SCONOSCIUTA
Un occhio di riguardo al cliente è riservato alla figura del local coach il cui compito è consigliare e/o creare programmi su misura per far conoscere cosa offre il Val di Noto. Il local coach dei Monasteri non potrà non farvi scoprire i contrasti di questa terra. Nel suo programma ideale ci sono, ad esempio, Palazzolo Acreide e Scicli, due facce della stessa Sicilia. Palazzolo Acreide è la Sicilia di una volta, bella e barocca ma ancora fuori dai circuiti classici del turismo con pregi (niente caos) e difetti (delle chiese si apprezza solo la facciata, essendo chiuse). Un peccato per questa cittadina arroccata sui monti Iblei (testati nella quarta tappa del giro d’Italia 2018, la Catania-Caltagirone) perché le basiliche di San Paolo e San Sebastiano, patrimonio Unesco, meriterebbero di essere viste e vissute.
Ma siccome non di sola arte vive l’uomo chi si spinge fino a qua merita una sosta all’Antica Pasticceria Corsino per assaggiare un arancino (lasciate ogni speranza voi che entrate di risolvere la diatriba arancino-o-arancina).
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SCICLI E LA RIMA CON MONTALBANO
Tra chi investe sul turismo da queste parti si sente dire che Palazzolo Acreide è la Scicli di vent’anni fa. I due centri distano cinquanta chilometri ma anni luce nella realtà. La ragusana Scicli ha svoltato sul finire degli Anni Novanta fa quando una casa di produzione vi trovò la location ideale per una serie tv. Correva l’anno 1988 e nel Municipio fu girato il primo episodio de “Il commissario Montalbano”. Quattro anni dopo arrivava l’Unesco ma da quel ciak nulla è più stato come prima a Scicli: da tutto il mondo vengono per vedere dal vivo i luoghi di Montalbano. Quale lettore o telespettatore dalla Svezia agli Stati Uniti non vorrebbe una foto nell’ufficio usato da Zingaretti? O in quello del questore? Qua nessuno si tira indietro: i due uffici comunali sono adibiti a set e sono pressoché intatti nel Municipio.
Libro dopo libro, puntata dopo puntata ne è così nato un turismo quasi di massa che a sua volta ha generato lavoro. Tanto lavoro. Narrano le cronache del posto che nel 2002 il Comune emise un bando per finanziare l’apertura di un bed and breakfast. Al bando (valore 20mila euro) partecipò un solo B&B. Sedici anni dopo in quel paese sono operativi ben 274 B&B per un totale di 3.500 posti letto. Non solo: pian piano sono nate società che reclutano comparse cinematografiche o che forniscono supporto alla produzione. Oggi Scicli appare come una piccola Cinecittà, sospesa tra il barocco che volge al mare di Donnalucata da un lato e case scavate nelle grotte dall’altro.
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SIRACUSA, DALL'ORTIGIA AL TEATRO GRECO
Passato, presente e soprattutto futuro convivono a Siracusa. L’isola di Ortigia li contiene tutti e tre. Da queste parti sono passati greci, arabi, ebrei e aragonesi. Ognuno ha segnato il proprio tempo edificando o modellando luoghi di culto pre-esistenti. Il cuore pulsante è il Duomo, attorno al quale prende vita un'ariosa piazza arricchita dal Palazzo Vescovile, dalla Chiesa di Santa Lucia alla Badia (con "Il Seppellimento di Santa Lucia" del Caravaggio) e da una pavimentazione bianca. Con la luce del sole l’intera piazza cambia colore di ora in ora.
Il Duomo è un must per chi passa di qua: se la data di costruzione si perde nella notte dei tempi, si sa per certo che nel VI a.C. divenne il tempio di Atena, dea scelta dal tiranno per festeggiare la vittoria contro i cartaginesi. Nel VII d.C, i cristiani lo rimodellarono in chiesa della Natività di Maria. Gli arabi ne fecero una moschea e anche i normanni ci misero mano. Il terremoto (1693) ne distrusse la facciata, ricostruita a metà 1700. Barocco e rococò fuori, medievale dentro il Duomo è diventato l'ombelico di Siracusa da quando dalla piazza sono scomparsi parcheggi e auto. Oggi è un alveare di turisti e gite scolastiche, un naturale incrocio di altre due zone da vivere dell’isola delle quaglie. Il primo è il mercato alle porte del tempio di Apollo: ambulanti e negozianti al dettaglio hanno voce da vendere per abbaniare e decantare prezzi e virtù delle loro mercanzie. Dal pesce alla frutta, dal pane al formaggio. L’altra estremità dell’isola del mistero di Aretusa è rappresentata dal mare. Escursioni organizzate o puntate veloci in barca a vela in alto mare sono prenotabili da aprile a novembre.Il turista viene sempre più cullato e viziato: Enrico di Sicilia dal mare cucina e serve insalata di arance, gamberi e vino locale in rada.
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E siccome anche l'arte non conosce barriere di spazio e tempo provate a ritagliarvi due ore nel tardo pomeriggio e andare al Teatro Greco a gustarvi una piece della stagione teatrale. Vedere l’Eraclea di Euripide (nella regia di Emma Dante) all’imbrunire in mezzo ad altre quattromila persone fa cambiare idea anche ai più scettici.
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MODICA E NOTO SENZA TEMPO
Se il futuro di Ortigia appare radioso, ad essere senza tempo sono Modica e Noto. La prima è una cartolina da ammirare dall’alto di Pizzo Belvedere: lì si gustano (o si temono) le scalinate delle chiese di San Giorgio (esempio di barocco, ultimi interventi datati 1848) e di San Pietro (altro barocco siciliano, “ritoccata” da dopo il terremoto fino al 1870). E poi ancora la vie strette, la casa natale di Salvatore Quasimodo, la Torre dell’Orologio, Ragusa Ibla…
E il palato? Modica fa rima con cioccolato e le guide turistiche online indicano come tappa obbligata l’Antica Dolceria Bonaiuto. Una vera fabbrica del cioccolato dove, tenendo ben salde tradizioni e ricette iblee, si tentano di coniare nuove sfumature del cacao. Il risultato è apprezzato ben oltre la Sicilia e il futuro appare roseo anche qua.
E infine Noto, la capitale del Barocco secondo l’Unesco e non solo. Di questa bacheca di storia è impossibile scrivere qualcosa di nuovo: ovunque caschi, l’occhio casca bene tra cultura, arte e gastronomia. Tra un’infiorata e una visita in un palazzo storico chi ha tempo faccia un salto al Caffè Sicilia dove qualcuno sostiene che sia stata "mandorlizzata la cultura siciliana". Lo chef Corrado Assenza lavora e offre esclusivamente prodotti stagionali della zona: la granita al limone, ad esempio, sarà pronta dopo il terzo raccolto sull’isola, quello di fine giugno. Assenza vi offrirà quella alla mandorla, alla fragola e pomodoro e alle arance.
Non chiedetegli mai quella alla menta…