L'ultimo depistaggio tentato dall'Egitto per contrastare le indagini sul sequestro, la tortura e l'omicidio di Giulio Regeni, ha lo spessore di un foglio di carta e la consistenza di un'effimera "difesa d'ufficio". Quella che la magistratura de Il Cairo tenta di opporre alla richiesta, da parte della Procura di Roma, di rinvio a giudizio per gli imputati, tutti ufficiali egiziani con alti incarichi nell'esercito e nei servizi segreti.