"L'intelligenza artificiale ha rubato le nostre voci". E' l'accusa rivolta da una coppia di giovani doppiatori, Linnea Sage e Paul Skye Lehrman a Lovo, una start-up di Berkeley, in California, per aver presumibilmente commissionato loro progetti con l'intento di creare e vendere versioni delle loro voci che non sarebbero state generate, dicono, dal computer.