LA SPARATORIA DEL 13 LUGLIO

Attentato a Trump, un testimone a Tgcom24: "Ero dietro al podio, pensavo che il presidente fosse morto"

Parla un italoamericano, che ha assistito, da dietro al podio, alla sparatoria del 13 luglio: "Era tutto surreale"

di Maria Luisa Rossi Hawkins
18 Lug 2024 - 18:30
03:26 

"Ero dietro al podio mentre parlava Trump, quando, tutt'a un tratto, ho sentito come l'esplosione di un petardo. Immediatamente ho visto Trump che si accasciava e gli agenti fargli scudo con il suo corpo. Ho pensato che il presidente fosse morto, 'è andato', mi sono detto". Racconta così a Tgcom24 il momento della sparatoria del 13 luglio a Butler, in Pennsylvania, un testimone italoamericano. "In mezzo alla confusione - continua - ho sentito che urlavano a tutti di buttarsi a terra, ma io sono rimasto in piedi per vedere il cecchino e poter essere utile, mi sentivo impotente, avrei voluto affrontarlo".

"Quando gli agenti si sono alzati da terra e ho visto che Trump camminava - aggiunge - ho capito che era vivo. Credevo che fosse stato colpito più volte".

"Non ho mai avuto paura. L'unica preoccupazione - sottolinea - era che il mio presidente fosse stato ucciso. L'unica vittima, invece, l'ex capo dei vigili del fuoco Corey Comparatore, era seduta con la sua famiglia nella tribuna alla mia destra. Le altre due persone ferite erano in quella alla mia sinistra".

Inoltre, ricostruendo quei momenti, il testimone precisa che quando il cecchino ha sparato "verso il basso, il colpo è passato sulla tribuna di destra centrando alla testa Comparatore. Il presidente guardava avanti mentre lo sparatore mirava alla sua testa, ma, chissà perché, nel momento in cui è stato premuto il grilletto, lui ha guardato verso sinistra e la pallottola lo ha colpito solo di striscio all'orecchio. Se non si fosse mosso, sarebbe stato colpito alla testa e ora il mondo sarebbe ben diverso".

"Era una cosa surreale. Le madri - conclude - proteggevano i loro bambini, perché avevano capito che c'era una sparatoria in corso. Ci veniva detto di gettarsi a terra e, secondo me, per Trump è stata una vera resurrezione. Adesso dobbiamo fare tutto il possibile per riportarlo alla Casa Bianca. Quel giorno, il 13 luglio, poteva essere il giorno in cui l'America sarebbe potuta morire e forse anche il mondo. Così la vedo io".

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