Marco Celani, presidente dell'Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, ospite a Tgcom24, spiega come si sta evolvendo la gestione del patrimonio immobiliare italiano che ammonta a circa 10 milioni di seconde case non utilizzate
Dal primo di settembre è entrato in vigore l'obbligo di registrazione per gli affitti brevi, una misura pensata per garantire trasparenza e regolarità al settore. Marco Celani, presidente dell'Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, ospite a Tgcom24, spiega come si sta evolvendo la gestione del patrimonio immobiliare italiano che ammonta a circa 10 milioni di seconde case non utilizzate. Di queste quelle che vengono messe a reddito tramite il sistema degli affitti brevi sono all'incirca 640 mila. "In Italia tradizionalmente abbiamo investito nel mattone, che rappresenta circa il 55% della ricchezza nazionale delle famiglie - spiega il presidente -. Sempre di più oggi le secondo case vengono messe a reddito perché le famiglie ne hanno bisogno, per guadagnare dei soldi anziché rimetterci".
Il 2023 è stato un anno record per il turismo e gli affitti brevi. "Si stima che siano stati spesi 11 miliardi in prenotazioni. Di questi, quattro sono soggiorni transitori", aggiunge Celani. Un indotto importante per i territori, dunque, e un'entrata importante per i proprietari che si traduce in entrate fiscali per lo Stato.