L'attenzione degli investigatori si concentra al momento sui documenti e i supporti informatici sequestrati al bancario Vincenzo Coviello
di Paolo ScarlataL'attenzione degli investigatori si concentra al momento sui documenti e i supporti informatici sequestrati a Vincenzo Coviello, il bancario pugliese autore di quasi 7mila accessi illegali sui conti correnti, e non solo, di quasi 3.600 clienti di Intesa Sanpaolo, tra i quali 77 politici, 50 di loro presso la filiale di Montecitorio. E poi vip, magistrati, professionisti, parenti, fino a quella denuncia del suo vicino di casa, da cui è scaturita l'inchiesta.
Scarse tuttavia le speranze di trovare tracce. È lo stesso Coviello ad ammettere di aver cancellato tutto. Non solo estratti conto. A esser stati spiati sono stati anche i movimenti delle carte di credito, con relativi rischi per la sicurezza dei personaggi pubblici. La violazione della carta del ministro Crosetto è un esempio su tutti: Coviello sapeva in pratica dove potesse trovarsi.
E poi ci sono gli accessi, con informazioni seppur sintetiche, a quelle banche dati dove è possibile verificare anche le posizioni di clienti di altri istituti di credito. Era una morbosa mania, si giustifica l'impiegato. Non basta. Serve capire se ci fossero dei mandanti, dei complici, dove siano finite le informazioni finanziarie, perché il tutto sia venuto a galla solo dopo 460 giornate di accessi abusivi, accertati, a dati sensibili. E potrebbero essere anche molte di più. Bankitalia chiede chiarimenti a Intesa Sanpaolo, su cui pende ora una possibile sanzione.