L'uomo (che ha spiato anche il premier Meloni e il procuratore antimafia Giovanni Melillo) ha raccontato di aver agito perché spinto da "mania di controllo"
di Rosa GrandolfoLa domanda è: ha davvero agito di sua iniziativa o ha passato le informazioni a qualcuno che gliele ha commissionate? Dal suo ufficio di Bisceglie, nel nord barese, della banca Intesa San Paolo, ha spiato quasi 7000 conti correnti di clienti in tutt'Italia Vincenzo Coviello, l'insospettabile funzionario 52enne, definito dai colleghi un impiegato modello. È ora indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.
Ha raccontato di aver agito perché spinto da mania di controllo. Tra 3500 i titolari dei conti violati ci sono esponenti di spicco delle istituzioni: oltre alla premier Giorgia Meloni, a sua sorella Arianna, all'ex compagno Andrea Giambruno, ci sono il procuratore antimafia Giovanni Melillo e, poi, i vertici di carabinieri e Guardia di Finanza, alti prelati del Vaticano, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, e poi imprenditori, cantanti, calciatori.
Estratti conto, movimenti bancari, acquisti con carte di credito: tutto al vaglio dell'impiegato per almeno due anni e mezzo, fino ad aprile di quest'anno. Quando dalla stessa banca si sono accorti delle anomalie: lui viene sospeso, e parte un procedimento disciplinare e ad agosto viene licenziato. È un correntista, il cui conto è stato violato, a presentare un esposto alla Procura di Bari, che ha così aperto un'inchiesta