In un videogioco su internet aveva scelto come nickname quello dell'omicida di Giulia Cecchettin, cioè Filippo Turetta
di Rossella Ivone"Volevo scoprire cosa si prova a uccidere", avrebbe detto ai carabinieri che lo hanno fermato il 17enne reo confesso dell'omicidio di Maria Campai. Una confessione, la sua, lucida, mai una lacrima, né un segno di pentimento. Appassionato di arti marziali miste, sul web - nelle ore precedenti all'incontro - aveva cercato metodi per neutralizzare una persona a mani nude. Maria campai sarebbe stata stordita con alcuni attrezzi sportivi, per poi essere soffocata. Negli ultimi mesi il 17enne si era trasformato nel fisico, aveva iniziato ad allenarsi intensamente, era diventato molto più muscoloso, raccontano i vicini. In un videogioco su internet aveva scelto come nickname quello dell'omicida di Giulia Cecchettin, cioè Filippo Turetta.
Ci sono complici, almeno due, cercateli, ha suggerito il padre agli inquirenti. È stato lui ad accompagnare il figlio in caserma: "Se è colpevole, deve pagare", ha detto. Martedì è prevista l'autopsia sul corpo della vittima. Servirà a stabilire con certezza la dinamica dell'omicidio e le cause della morte.