Le tre giovanissime vittime lavoravano in nero in una sorta di polveriera altrettanto fantasma, senza autorizzazioni
di Francesca RomanelliMeno di 35 euro, forse 20 al giorno per vivere, per lavorare e per morire. Lontano dalle vetrine scintillanti, dalle città frenetiche, accade anche questo nella penisola profonda e nascosta delle contraddizioni. Ercolano, Italia. Una paga da fame, in nero, in una sorta di polveriera altrettanto fantasma, senza autorizzazioni e questi tre giovani, Sara e Aurora Esposito, Samuel Tafciu con la polvere pirica tra le mani, senza formazione e sicurezza. Un immobile-laboratorio intestato chissà come a una ragazzina 13enne, per confezionare fuochi d’artificio, quei botti per l’unica certezza di questa vicenda, il Capodanno in arrivo.