Davanti al dipartimento di Lettere si è svolta una protesta organizzata dal collettivo Cambiare rotta: decine di persone si sono radunate con cartelli, bandiere e striscioni
di Paolo Antonio ScarlataIl neo ministro della Cultura Alessandro Giuli sale le scale della facoltà di Lettere e filosofia all'Università La Sapienza di Roma. Non è una visita nelle sue funzioni, ma una giornata particolare. Dopo l’ingresso nel governo, si appresta infatti a raggiungere un altro ambito obiettivo: la laurea. Ormai all’orizzonte, dopo aver superato l’ultimo ostacolo: l'esame su "La teoria delle dottrine teologiche". Voto: 30, è il giudizio del docente, il professore Lettieri, che da qui a gennaio ne seguirà anche la tesi sull’imperatore romano Costantino.
"Il ministro era preparatissimo ma abbiamo anticipato per motivi di ordine pubblico l'esame alle 8: è stato una trentina di minuti e non posso che fargli i complimenti" ha detto Lettieri. In effetti alle otto e mezza, quando la maggior parte dei giornalisti sono arrivati (l'appello era fissato alle 9, orario mantenuto soltanto per gli altri studenti), del ministro non c'era più nemmeno l'ombra, anche se qualche agente in borghese sostava ancora davanti alla facoltà. Giuli, 49 anni appena compiuti, è stato visto arrivare con la solita auto ministeriale alle otto in punto, per poi entrare nella facoltà di Lettere dell'ateneo.
Anche i membri dell'organizzazione giovanile comunista Cambiare Rotta, che lo attendevano per una protesta annunciata da giorni - che è stata la probabile ragione dietro al cambio di orario - non l'hanno incrociato.
Secondo uno studente che era al piano dello studio del professore quando il ministro è arrivato, "il corridoio era off limits" durante l'interrogazione e i membri dello staff "non facevano entrare" nessuno. Un'affermazione smentita dalla preside della facoltà, Arianna Punzi, che ha sostenuto che l'esame "non era a porte chiuse"; non è avvenuto "niente di irregolare" ha chiarito.
Subito dopo, il professor Lettieri è uscito dall'ufficio, dove nel frattempo aveva cominciato a interrogare gli altri iscritti all'appello. "Ci sono stati dei poliziotti per ovvi motivi di sicurezza - ha risposto - la porta era aperta, l'esame è stato limpido, le domande difficili, puntuali e Alessandro Giuli ha risposto con grande competenza". Inoltre "c'erano altre due persone - ha spiegato ai cronisti - che non erano assistenti, io ho visto due studenti presenti" e la scelta dello spostamento d'orario, ha aggiunto, "è stata fatta da me".
A due giovani di Cambiare Rotta, sopraggiunti per dichiarare il proprio dissenso rispetto alla presenza del ministro in università, Lettieri ha detto di "ripassare gli articoli della Costituzione": "Come garantisco la formazione di ogni singolo studente, così anche una persona che fa politica ha diritto a sostenere un esame - si è difeso -. Qualsiasi negazione di questo tipo è fascista e contraria alla Costituzione".
Con l'ormai quasi-laureato Giuli andato via da un'ora, una ventina di membri del collettivo ha comunque protestato sui gradini della sede di Lettere, davanti alla preside. "È un insulto che proprio in questa facoltà, dove due studenti antifascisti sono stati uccisi, venga un ministro della Cultura con radici storiche e politiche legate a Meridiano Zero", ha detto al megafono un manifestante. Tra le mani dei giovani, uno striscione con scritto "Giuli lo bocciamo noi! Bocciamo il fascismo e la cultura del precariato. Per una nuova cultura". E diversi cartelli: "Da Franceschini a (San)Giuli(ano) PD e fascisti contro la cultura", "Ieri Meridiano Zero oggi Med-Or. Basta fascisti e guerrafondai", "Mic e Mur ci vogliono precari". Due le bandiere: una di Cambiare Rotta, l'altra della Palestina.
Intanto, per Giuli il prossimo appuntamento in università dovrebbe essere a gennaio 2025. "Quando avrà finito la tesi e sarà presentabile e discutibile" si laureerà, ha dichiarato Lettieri.