Il ragazzo giocava a pallavolo e tra qualche giorno avrebbe iniziato l'ultimo anno del liceo scientifico
di Alessio CampanaCalmo e lucido, nonostante quel non meglio definito "malessere" che dice di portarsi dentro da un po'. Le lacrime agli occhi, ma nessuna disperazione per la famiglia appena sterminata. Fragilissimo e intelligente. Così gli investigatori descrivono il ragazzo reo confesso della strage consumata nella villetta di Paderno Dugnano.
Compirà 18 anni tra qualche settimana. "L'ultima persona dalla quale ti saresti aspettato una cosa del genere", così un amico d'infanzia interpreta lo sgomento che accomuna chiunque lo abbia conosciuto. Serio, studioso, educato, sportivo e senza vizi. Riservato, sì, taciturno ultimamente, ma sempre gentile. Nessuno qui riesce a darsi una spiegazione.
Giocava a pallavolo in una squadra di Limbiate, nell'Hinterland milanese e tra pochi giorni avrebbe cominciato l'ultimo anno del liceo scientifico: una passione, quella per i numeri, che l'aveva portato fino ai campionati internazionali di giochi matematici. "Il mio Eistein", lo aveva definito la madre in un post. Stranamente, però, a giugno era stato rimandato proprio in matematica. Ma quell'esame di riparazione, ha detto, non c'entra niente col pensiero cupo, quell'istinto feroce che muto covava da giorni.