La decisione di Martina Oppelli dopo l'ennesimo rifiuto da parte dell'azienda ospedaliera di spegnere le macchine che la tengono in vita
di Paolo Brinis"Che senso ha torturare una persona totalmente immobile a cui rimane solo un malandato cervello bucato per sopravvivere?", sono le parole di Martina Oppelli, 49 anni triestina dopo l'ennesimo rifiuto da parte dell'azienda sanitaria giuliano isontina (Trieste) alla sua richiesta di suicidio assistito. Per questo motivo la donna ha presentato un esposto in procura.