Oltre 700 vittime tra lo staff delle Nazioni Unite. L'Egitto presenta nuova proposta di cessate il fuoco mentre Hamas rilascia video di due ostaggi in vita
di Luca PesanteL'Onu ha deciso di ridurre di un terzo il proprio personale a Gaza per la prima volta dal 7 ottobre. "Non ci sono le condizioni minime di sicurezza", ha dichiarato il Segretario delle Nazioni Unite, segnalando la gravità dell'emergenza in cui anche oltre 700 membri dello staff Onu sono rimasti vittime degli attacchi israeliani.
Sul fronte diplomatico, l'Egitto ha presentato una nuova proposta di cessate il fuoco che prevede il rilascio graduale di cinque ostaggi da parte di Hamas, che nelle ultime ore ha diffuso video di due rapiti ancora in vita. Israele ne chiede almeno 11 sui circa 59 ancora prigionieri.
Gli attacchi proseguono su più fronti: colpiti l'ospedale Nasser a Khan Yunis, la sede della Croce Rossa a Rafah, oltre a bersagli in Libano e Siria. Nella città siriana di Koya, vicino a Daraa, almeno cinque persone sono state uccise, mentre è stata attaccata anche una base militare a Palmira.
Alta tensione anche in Cisgiordania, dove resta incerta la sorte di Hamdan Ballal, regista palestinese premio Oscar per il documentario "No Other Land", aggredito da coloni nel villaggio di Susiya e successivamente arrestato da militari israeliani.
Continuano le proteste dei familiari degli ostaggi a Gerusalemme, mentre secondo un anonimo funzionario israeliano citato dal Financial Times, Tel Aviv starebbe valutando un piano per riprendere il controllo di Gaza, trasferendo oltre due milioni di abitanti nella piccola area costiera di al-Mawasi.