Leader mondiali, sovrani e capi di Stato insieme nel segno della pace: Trump, Zelensky e von der Leyen in prima fila per l'ultimo saluto
di Isabella JoscaSaluti e strette di mano, sguardi incrociati e contatti veloci, un crocevia diplomatico e geopolitico d'eccezione. Il mondo è a Roma, sul sagrato di San Pietro, unito per un giorno in nome di Papa Francesco. I potenti del pianeta, re e regine, ministri, ambasciatori e leader religiosi. In tutto 160 delegazioni - anche del mondo arabo, dell'Asia e dell'Africa - fianco a fianco: 52 presidenti, 14 capi di governo, 12 sovrani regnanti, 2 principi ereditari.
Il posto d'onore spetta all'Argentina, paese natale di Bergoglio: in Vaticano c'è il presidente Javier Milei, che non sempre è stato in sintonia con il Pontefice. "Pochi mesi fa, ha rivelato Milei in queste ore, gli ho chiesto scusa, mi ha perdonato". Poi l'Italia, guidata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla premier Giorgia Meloni.
Gli occhi sono puntati su Donald e Melania Trump, tra gli ospiti più attesi. Siedono in prima fila, ed è la first lady, cattolica, a sussurrare nell'orecchio del marito presidente nel momento dello scambio di un segnale di pace: "Stringi tu la mano per primo". Accanto - in ordine alfabetico francese, lingua della diplomazia - ci sono i leader di Estonia e Finlandia, Emmanuel Macron con la consorte Brigitte e il presidente ucraino, grazie ai cambi di posto dell'ultimo minuto. Anche Zelensky e la moglie Olena infatti sono in prima fila - non era previsto - insieme ai sovrani cattolici: Felipe e Letizia di Spagna, i reali del Belgio e del Principato di Monaco. I non cattolici, come Svezia, Norvegia e William d'Inghilterra più indietro.
Il colpo d'occhio è straordinario: arrivano il segretario generale dell'ONU Guterres e i vertici dell'Unione Europea a partire da Ursula von der Leyen, che strappa una stretta di mano al tycoon e la promessa di incontrarsi presto. E ancora, Starmer, Scholz, Duda, Orbán, Lula. Non manca l'ex presidente americano Joe Biden, venuto a salutare il Papa dopo l'incontro mancato di gennaio prima di lasciare la Casa Bianca.