A fine 2024, l'Agenzia statunitense per l'immigrazione ha contato 271mila deportati in un anno, record decennale superiore ai numeri della prima presidenza Trump
di Marco VenturaConfine col Messico. Agenti a cavallo texani prendono al lazo i migranti, come vitelli. No, non è l'inizio del secondo mandato Trump. Siamo nel settembre 2021, primo anno della presidenza Biden che aveva promesso di smantellare il Muro di Trump. Il video, una volta reso pubblico, fu definito "orribile" dalla Casa Bianca. Ma negli stessi giorni, guarda caso, l’inviato di Biden a Haiti si dimetteva per protesta contro il trattamento "disumano" dei desperados haitiani. E Haiti non era il Messico di oggi, era uno Stato in dissoluzione appena devastato dal terremoto. Oggi, fa scandalo la foto postata su X da Trump dei clandestini in catene che salgono su un aereo. Biden no: le deportazioni le ha fatte in silenzio, appigliandosi a una norma, peraltro abrogata, sui rimpatri automatici per pandemia. Un'ipocrisia denunciata dalle organizzazioni umanitarie. Risultato: un mese dopo la caccia al lazo emerse che nell'ultimo anno gli agenti americani avevano arrestato 1 milione e 700mila migranti di 160 Paesi, 608mila messicani, 145mila erano bambini e adolescenti. A fine 2024, l'Agenzia statunitense per l'immigrazione ha contato 271mila deportati in un anno, record decennale superiore ai numeri della prima presidenza Trump, e arresti a un ritmo di 310 al giorno. Come c'erano riusciti Biden e Kamala Harris, che aveva la delega per l'immigrazione? Deportandoli in Africa e Asia, neanche a casa loro, e accordandosi col Messico per limitare al massimo le richieste di asilo. Oggi il Messico annuncia di "collaborare" con Trump, accogliendo "a braccia aperte" i connazionali. Nel 2021, l’amministrazione Biden valutò se mandarli a Guantanamo, Cuba, vicino alla famigerata super-prigione per terroristi islamici. Magari espulsi per Covid.