Il 40enne originario del Ferrarese da gennaio si trovava in Sud America per turismo e studio, ma a Santa Marta è stato ucciso e smembrato
di Rita FerrariViaggiare per scoprire nuovi mondi era una delle sue passioni. Lungo il tragitto della sua ultima esplorazione che lo aveva portato in Colombia, dopo un lungo giro tra Centro e Sud America iniziato a gennaio, Alessandro Coatti, 38 anni, ricercatore biologo, è stato ucciso. Lo hanno ritrovato in un'area boschiva della cittadina di Santa Marta, sul Mar dei Caraibi. Il suo corpo è stato fatto a pezzi e smembrato in tre parti, recuperate in luoghi diversi della città. Testa e arti erano in una valigia avvistata da un gruppo di bimbi nei pressi dello stadio. Grazie a questo ritrovamento la polizia colombiana è riuscita a risalire all'identità di Coatti che al polso indossava il braccialetto dell'ostello dove alloggiava. All'addetto della reception aveva chiesto informazioni per una gita. Il sindaco di Santa Marta ha messo una taglia di 10mila euro per chiunque riesca a dare informazioni utili. Coatti era originario di Portomaggiore, in provincia di Ferrara, ma era un girovago da sempre. Dopo la laurea alla Normale di Pisa, l'assegno di ricerca al prestigioso Max Planck di Lipsia, aveva lavorato per 8 anni alla Royal Society di Londra. I colleghi gli hanno dedicato un lungo post di cordoglio sui social. In Italia vivono la moglie di Coatti e i genitori. L'unico a trovare la forza di parlare è lo zio che ha raccontato che il nipote stava pensando di trasferirsi in Sud America. Sarebbe dovuto tornare in Italia la settimana prossima. La Procura di Roma, in attesa del trasferimento della salma, ha aperto un'indagine per omicidio.