Il comapgno, Ilia Batrakov, è accusato di omicidio doloso pluriaggravato
di Dario VitoLo scorso 13 luglio Marta Maria Ohryzko si era allontanata dopo l'ennesimo litigio col compagno. Poi, a seguito di una caduta, finì in un dirupo a Ischia, con la caviglia fratturata. Lo chiamò per chiedergli aiuto. Lui la raggiunse, ma non per prestarle soccorso. Secondo la ricostruzione della procura, prima le tirò un pugno e poi la uccise, soffocandola. Tappandole la bocca e il naso con la mano destra. E per questo, ora, Ilia Batrakov è accusato di omicidio doloso pluriaggravato. L'uomo, già detenuto nel carcere di Poggioreale, era stato arrestato, pochi giorni dopo la morte di Maria, con l'accusa di maltrattamenti in famiglia.
Il 40enne - secondo le indagini - l'aveva già picchiata diverse volte e minacciata con un coltello. Arrivando, persino, a bruciarle varie parti del corpo. Durante gli interrogatori, all'epoca dei fatti, dichiarò che i litigi con la compagna derivavano dal fatto che la 32enne fosse spesso ubriaca. Ed è per questo - secondo Batrakov - che, poi, perse l'equilibrio cadendo nel dirupo, dopo essersi allontanata dalla roulotte in cui vivevano.
Secondo una prima ipotesi, Marta sarebbe morta a seguito di un'embolia provocata dalla frattura alla caviglia. Una lenta agonia accertata dalle richieste telefoniche di aiuto al proprio compagno. A distanza di nove mesi, emerge una nuova ricostruzione, da parte dei carabinieri, resa possibile dalle intercettazioni ambientali e telefoniche e dalle risultanze della consulenza autoptica: si trattò di femminicidio.