Sono vere e proprie città, tutte nel sud est asiatico. Da qui partono le tentate frodi via mail o telefono. Il giro d'affari supera i 3mila miliardi di dollari all'anno
di Francesca CantoCi sono dei luoghi infernali nascosti dietro le spiagge bianche della Cambogia e il confine che separa la Thailandia dal Myanmar.
Si tratta delle cosiddette scam cities, città della truffa, gestite dalla mafia cinese: enormi capannoni e palazzine decadenti dove migranti provenienti da paesi africani e asiatici vengono costretti ad adescare online un certo numero di vittime ogni giorno per derubarle in modi differenti.
Costretti alla scrivania per decine di ore, alcuni di loro sono addetti alla truffa sentimentale, altri a farsi pagare milioni di dollari in criptovalute e poi ci sono i cosiddetti cyber schiavi che raccolgono i dati sensibili degli utenti tramite i malware.
Dietro le chiamate e i messaggi da parte di numeri sconosciuti che arrivano tutti i giorni sul nostro telefono, spesso ci sono proprio loro: centralinisti, formati per manipolarci e rubarci più denaro possibile, che reclutati nei loro paesi di provenienza con la promessa di lavori remunerativi, finiscono intrappolati nelle scam cities.