L'assassino della figlia è libero grazie a un "premio", mentre l'Agenzia delle Entrate chiede 6mila euro di tasse sul risarcimento, che la famiglia della vittima ha ricevuto in minima parte
di Roberta FiorentiniGiulia Galiotto, 30 anni, di Sassuolo, fu uccisa a colpi di pietra dal marito Marco Manzini, che ne gettò il corpo nel fiume Secchia per simularne il suicidio. Il cadavere della donna venne scoperto dopo giorni e l'uomo fu condannato per omicidio a 19 anni e 4 mesi di carcere. Nel 2022 arriva la possibilità di iniziare a saldare il suo debito con la famiglia della moglie: per buona condotta ottiene la semilibertà e riprende a lavorare.
Dopo il dramma familiare, la beffa dello Stato: ai parenti di Giulia una sentenza ha riconosciuto un risarcimento di un milione e duecentomila euro. L'assassino, scontata la pena in carcere, non ha pagato. Eppure il fisco ora esige dai genitori e dalla sorella della vittima il pagamento di 6000 mila euro di tasse.