Alla fiera di Verona

Vinitaly alla prova dazi, molti gli operatori dagli Usa

Tremila buyer statunitensi nonostante le misure volute da Trump. "Sarà una grande edizione", assicurano gli organizzatori

di Paolo Brinis, Gaia Padovan
06 Apr 2025 - 20:40
01:33 

È un Vinitaly più che mai segnato dall'attualità politico-economica quello che si è aperto a Verona. Un salone, alla 57esima edizione, che continua a macinare numeri da record: sono presenti 4.000 aziende espositrici all'interno di 18 padiglioni e vi sono buyer in arrivo da 140 Paesi, anche dagli Usa nonostante i dazi sul vino imposti da Trump. Quello vitivinicolo si conferma un comparto strategico per l'economia italiana, dando lavoro a quasi un milione di persone; un settore che incide per l'1,1% sul Pil. Un Vinitaly 2025 che coincide, dunque, con un momento di incertezza sui mercati internazionali, a pochi giorni dal varo dei dazi Usa, che proiettano preoccupazioni sull'export del vino italiano. Tuttavia, nonostante la nuova imposta, resta alta la fiducia dei buyer dagli Stati Uniti, che a Verona hanno raggiunto quota 3.000 presenze, in linea con i numeri della precedente edizione. Delegazioni consistenti arrivano anche da Canada, Cina, Regno Unito, Brasile, India, Singapore, Giappone e Corea del Sud, mentre in ambito europeo spiccano Germania, Svizzera, Nord Europa e area balcanica. "Sarà un grande Vinitaly per questi numeri, soprattutto una presenza istituzionale in questo momento - ha sottolineato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo -, quattro ministri e due Commissari europei a Verona per presentare il pacchetto vini Ue".

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