LO STUDIO

Discriminati gli animali "brutti" e le piante: a loro vanno meno fondi di conservazione

Secondo una ricerca dell'Università di Firenze e di Hong Kong, quasi l'83% delle risorse è destinato ai vertebrati più noti come gli elefanti e le tartarughe marine. Altre specie considerate non belle e pericolose come i pipistrelli e le lucertole ricevono scarso sostegno 

26 Feb 2025 - 12:51
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Quasi il 94% delle specie animali a diretto rischio di estinzione non ha ricevuto alcun sostegno. I finanziamenti mondiali per la conservazione della biodiversità animale e vegetale sono indirizzati infatti soltanto a un piccolo numero di grandi specie. 

Ad attirare più attenzione sono gli animali più iconici come elefanti o tartarughe marine a spese però di specie fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi, tra cui anfibi, invertebrati, piante e funghi. Lo rivela uno studio internazionale, il primo di questo genere, pubblicato sulla rivista Pnas a cura delle Università di Hong Kong e Firenze.

La ricerca, in parte sostenuta dal National Biodiversity Future Center, finanziato dal ministero dell'Università e della ricerca con fondi dell'Unione europea, denuncia una distribuzione squilibrata dei fondi globali pubblici e privati destinati a salvaguardare l'esistenza delle varie specie.

"Abbiamo analizzato 14.566 progetti di conservazione, dal 1992 al 2016, confrontando l'importo dei finanziamenti per specie con il loro status nella 'lista rossa' delle specie minacciate stilata dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn)", spiega Stefano Cannicci, docente di zoologia di Unifi. "Dei 1.963 miliardi di dollari assegnati complessivamente dai progetti, l'82,9% è stato destinato a vertebrati. Piante e invertebrati hanno rappresentato ciascuno il 6,6% dei finanziamenti, mentre funghi e alghe sono appena rappresentati, con meno dello 0,2% per ciascuna delle specie", aggiunge. 

Le disparità dei finanziamenti per gli animali

 Anche all'interno di molti dei gruppi maggiormente finanziati esistono grosse disparità: i mammiferi di grossa taglia, che rappresentano solo un terzo di quelli minacciati, secondo l'Iucn, hanno ricevuto l'86% dei finanziamenti. Una grossa percentuale dei fondi analizzati riguarda il più ricco e importante programma di fondi per la conservazione europeo, quello dei progetti Life.

"I dati dicono, per esempio che tra i vertebrati più a rischio di estinzione ci sono gli anfibi (salamandre e rane), ma i fondi a loro dedicati sono meno del 2% del totale. In generale, gli animali che noi consideriamo 'brutti' o pericolosi (pipistrelli, serpenti, lucertole, e moltissimi insetti escluse le farfalle) sono scarsissimamente finanziati in termine di conservazione", prosegue Cannicci.  Ma, "investire i fondi sulla conservazione di poche specie non preserva gli ecosistemi che li supportano: che senso ha conservare un animale ma non gli animali o le piante che mangiano?".  

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