La colpa? Un ghiaccio marino molto esteso che ha costretto gli adulti a viaggiare per 100 chilometri più del solito in cerca di cibo, lasciando i piccoli affamati, esposti al freddo e alle piogge
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È allarme in Antartide per la seconda stagione riproduttiva disastrosa - in quattro anni - dei pinguini di Adelia. In una colonia di 36mila individui sull’Est del continente, infatti, solo due cuccioli sono sopravvissuti dopo la nascita. Tutti gli altri sono morti di stenti. Una vera e propria strage, causata - come hanno spiegato i ricercatori - da un ghiaccio marino troppo esteso, che ha costretto gli adulti a viaggiare per circa 100 chilometri in più del solito in cerca di cibo, lasciando i neonati affamati ed esposti al freddo e alle piogge.
Un’anomalia meteorologica - Il "troppo ghiaccio" di Adelia rappresenta un’anomalia, considerando che il riscaldamento globale, invece, continua a far sciogliere i ghiacci ai due poli del Pianeta. Per raggiungere il mare - dall'area dove ha nidificato la colonia di pinguini, sulla piccola isola di Petrel - e nutrirsi di krill (piccoli gamberetti), gli animali hanno quindi dovuto percorrere distanze molto più lunghe. Un evento simile era avvenuto nel 2013, quando nessun cucciolo sopravvisse.
L’appello del Wwf - A difesa dei pinguini è sceso in campo il Wwf che ha chiesto alla comunità internazionale di istituire una specifica area marina protetta nelle acque dell'Antartide orientale. La richiesta, guidata da Australia e Francia con l'appoggio dell'Ue, sarà vagliata al meeting della Commissione per la conservazione delle risorse marine antartiche in programma a Hobart, in Tasmania, il 16 ottobre prossimo. Secondo il Wwf, un bando alla pesca di krill nell'area sarebbe una garanzia per la sopravvivenza delle specie dell'Antartico, fra cui i pinguini di Adelia.