L'animale, colpito con fucile a pallettoni nella riserva naturale alle porte di Milano, ha sofferto per tutta la notte. "Un episodio inquietante", sottolinea il presidente Antonio Canu
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"Il bracconaggio è ancora vivo, in un'area in cui apparteneva al passato". E' tragico il commento del presidente di Wwf Oasi Antonio Canuche, alla notizia dell'uccisione di una femmina di capriolo all'interno del Bosco Wwf di Vanzago (Milano). L'animale sarebbe stato colpito con un fucile a pallettoni munito di puntatore laser e silenziatore; tramortito soltanto, però, sarebbe rimasto agonizzante per tutta la notte, sfuggendo ai bracconieri. Un runner ha poi denunciato, l'indomani, il ritrovamento del suo cadavere.
Il "Bosco Wwf di Vanzago" è Oasi del Wwf e riserva naturale della Regione Lombardia. "Il capriolo - ha sottolineato Andrea Longo, direttore del Bosco, - patrimonio indisponibile dello Stato, è stato ucciso in area protetta, in periodo di silenzio venatorio e con arma non consentita".
"Inoltre, - ha aggiunto - è preoccupante anche dal punto di vista dell’ordine pubblico, che lungo il perimetro della riserva naturale e nelle vicinanze dei centri urbani si aggirino liberamente persone con armi rappresentando un pericolo anche per la popolazione residente".
"Speriamo solo che sia un episodio, gravissimo e insopportabile, ma isolato - è la conclusione di Antonio Canu, presidente di WWF Oasi. - In ogni caso come Wwf saremo ancora più vigili"