Il provvedimento voluto dal sindaco che ha sottolineato l'esistenza di una norma ben precisa che regolamenta situazioni di questo tipo
Un provvedimento che a Casalgrande, provincia di Reggio Emilia, ricorderanno a lungo, non per la sua entità, quanto per il soggetto condannato che ha quattro zampe e miagola. Ebbene sì, hanno arrestato un gatto. L'accusa è di aver aggredito violentemente una vicina di casa, fatto che ha spinto il sindaco, onde evitare pericolo di fuga o reiterazione del reato, a ordinare la segregazione del felino.
"Ridete pure, ma il regolamento parla chiaro" commenta il primo cittadino, e in effetti esiste una legge del 1954 che afferma che in caso di trasgressione l'animale deve andare in quarantena per i dovuti controlli. Il gatto allora passerà le sue "sette vite" dietro le sbarre? Assolutamente no, con un periodo di buona condotta e riabilitazione in famiglia il pregiudicato tornerà presto alla vita normale con la fedina penale pulita, risparmiando, tra l'altro, la parcella dell'avvocato.