Ventisei anni tutti in saggezza per Murigheddu che si era immerso in una pozza per salvarsi dalle fiamme che avevano già ucciso tutti i suoi compagni della fattoria. E ora, guarito dalle ustioni, può riabbracciare il suo padrone
Le gravi ustioni hanno lasciato il segno sul suo muso e sul suo corpo, ma Murigheddu ce l'ha fatta e può tornare a casa. L'asinello, 26 anni di vita, nonostante l'avanzata età, è riuscito ad averla vinta sugli spaventosi incendi che a fine luglio hanno devastato l'Oristanese e distrutto anche l'azienda agricola dove viveva con altri animali. Tra tutti gli asini di Andrea, il suo padrone, è stato l'unico a sopravvivere alle fiamme. Come? Sfruttando la sua saggezza: si è immerso, infatti, in una pozza per l'abbeveramento e lì ha atteso tutta la notte che qualcuno arrivasse a salvarlo. Così è stato. E ora, dopo un mese di cure, può tornare nel suo recinto, a Su Crastu Biancu.
Oggi Murigheddu è "l'asino rinato dalla sua cenere", simbolo della resistenza della Sardegna alla distruzione del fuoco. "Sei arrivato quasi arrostito, stordito, accecato dall’inferno che ha avvolto il tuo corpo e i tuoi meravigliosi occhi - scrive il veterinario esperto di equini che l'ha avuto in cura per un mese in un lungo post su Facebook. - Puzzavi di cenere, di carne putrida... non ti reggevi in piedi. Non muovevi la bocca, tanto avevi il muso carbonizzato. Ma piano piano, mi hanno insegnato a curare le tue piaghe... ti ho triturato per giorni mele e carote e ti ho quasi imboccato. Ti ho lavato via la cenere dal corpo, ti ho dissetato con le mie mani e tu, lentamente, nonostante i tuoi 26 anni, hai imparato a fidarti di me".
E ora che per il matusalemme degli asini sardi arriva il momento di ricongiungersi ad Andrea, il suo padrone, torna in mente il momento del suo ritrovamento, nella distruzione della sua fattoria a Su Crastu Biancu.
"Per Murigheddu, il più anziano della comitiva formata da altri asinelli, - è la storia - il 24 luglio del 2021 era un giorno come tanti altri, non aveva sentore, quella mattina, che di lì a poche ore avrebbe dovuto unire intelligenza e fortuna per scampare alla morte. Il fuoco ha avvolto la sua azienda, bruciando tutto, senza lasciare scampo agli altri asinelli. Le fiamme altissime, il fumo negli occhi e il caldo opprimente, non gli hanno impedito di raggiungere quella pozza d’acqua che Andrea riempiva di sovente per permettere ai suoi animali di trovare ristoro e refrigerio nelle giornate particolarmente calde. E dentro quella pozza ha trascorso quelle ore di inferno aspettando che il fuoco passasse".
© Facebook / Clinica Veterinaria Duemari
© Facebook / Clinica Veterinaria Duemari
"Poi la mattina, - prosegue il racconto, - quando Andrea e andato a fare la conta dei danni, ha trovato solo cenere e distruzione. Ha cercato i suoi asinelli, rendendosi conto che erano tutti morti bruciati... tutti tranne uno. Mancava lo stallone. Mancava lui… Murigheddu. In quel silenzio spettrale, con la morte nel cuore e le lacrime agli occhi, Andrea però sente un rumore strano, che si ripete a intervalli regolari. Poi, lo associa ad uno sbuffare sott’acqua. Come un bambino che gioca a fare bolle nell’acqua. Si ricorda di quella pozza d’acqua riempita anche la mattina precedente. C’è qualcosa che si muove al suo interno. Il muso spunta fuori a respirare e poi di nuovo dentro l’acqua. Chissà quante volte l’avrà fatto Murigheddu quella notte".
Fino al lieto fine: "Andrea si avvicina e l’animale riconosce il suo padrone e cerca di alzarsi. Fa fatica. Andrea lo aiuta e Murigheddu si solleva, tremante e dolorante: sfinito. Si vedono escoriazioni, bruciature in varie parti del corpo, ma l’animale pur sofferente risponde bene". Così oggi c'è un'altra pagina da scrivere, tutta nuova.