In estate in Italia si registrano punte massime di 50mila casiI numeri del fenomeno si ripercuotono dal punto di vista economico
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In Italia, nella stagione estiva, l'abbandono di animali domestici raggiunge punte massime del 25-30%, per un numero totale di 50mila cani "scaricati" dai propri padroni. Il fenomeno è anche un danno economico per tutta la comunità; il salvataggio, le cure e la gestione degli esemplari abbandonati arrivano a costare circa 200 milioni di euro l'anno agli italiani. Le stime sono state rese note dalla Lega anti vivisezione.
"L'abbandono dei cani è un reato e un costo etico ed economico che si stima possa pesare 200 milioni all'anno sulla comunità", spiega la Lav. Ancora i responsabili dell'indagine affermano che "in questo periodo dell'anno si arriva a punte massime del 25-30%, anche se oltre il 30% dei cani viene abbandonato dopo l'apertura della stagione venatoria, con le vittime che si contano in 80mila gatti e 50mila cani". Di questi, l'80% rischia di morire per stenti o incidenti.
Se si tiene conto che per un cane ospitato in canile ogni Comune paga circa mille euro all'anno, e nei canili italiani ci sono circa 200mila quattro zampe, le cifre dell'abbandono raggiungono picchi preoccupanti. Per arginare il reato la Lav invita le istituzioni a procedere con attività di prevenzione, come adozioni consapevoli e sterilizzazione. Per quanto riguarda le località turistiche, il libero accesso di cani e gatti nei luoghi pubblici e nelle strutture, per assecondare le esigenze dei padroni.