La mattanza comincia a settembre e prosegue senza sosta fino a marzo. E gli ambientalisti dal 2010 documentano giorno per giorno l'uccisione dei cetacei chiedendo di far pressione sul Giappone affinché il massacro abbia fine
Come ogni anno, la baia di Taiji, in Giappone, è teatro da settembre a marzo di una mattanza di cetacei senza uguali: 20mila tra delfini, focene e piccoli esemplari di balena vengono massacrati dai pescatori, che ne catturano alcuni esemplari per venderli ai delfinari e macellano gli altri. E come ogni anno l'associazione Sea Shepherd denuncia e documenta la crudeltà con la quale gli animali vengono uccisi.
Proprio agli ambientalisti di Sea Shepherd (gli stessi che contrastano la flotta di baleniere giapponesi nell'Oceano Antartico) si deve la scoperta della mattanza, sconosciuta fino al 2003, quando l'associazione ha diffuso per la prima volta le immagini. E dal 2010 il gruppo ha nella baia una presenza fissa, i "Cove Guardians", che documenta di continuo ciò che accade attraverso foto e filmati. Chiedendo di fare pressioni sul governo giapponese perché metta fine al massacro di Taiji.