ECCO QUAL E'

Mappato il Dna dell'animale più longevo del mondo: vive fino a 400 anni

Si tratta dello squalo della Groenlandia. Un team internazionale di ricercatori del quale fa parte anche la Scuola Normale di Pisa ha svelato il segreto della sua estrema longevità 

11 Set 2024 - 17:09
 © Ansa

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È pronta la mappa del Dna dello squalo della Groenlandia, l'animale vertebrato più longevo del mondo che vive nell'Atlantico settentrionale e nell'Oceano Artico e che ha una aspettativa di vita record, pari a ben 400 anni. Il risultato è pubblicato sulla piattaforma biorXiv e si deve al gruppo di ricerca internazionale coordinato dal Fritz Lipmann Institute on Aging di Jena (Germania) e del quale fa parte la Scuola Normale di Pisa.

Perché è importante mappare il Dna?

 La mappa del genoma è essenziale per avere informazioni dettagliate su quali meccanismi permettono a un organismo di sopravvivere, svilupparsi e riprodursi.

Le caratteristiche del Dna dello squalo

 "L'enorme dimensione del genoma dello squalo della Groenlandia è dovuta principalmente alla presenza di elementi ripetitivi e spesso autoreplicanti", osserva Alessandro Cellerino, neurobiologo dell'istituto tedesco e della Normale. "Questi elementi trasponibili, a volte chiamati geni saltatori o geni egoisti e spesso considerati parassiti genomici, rappresentano oltre il 70% del genoma di questo animale. Un elevato contenuto di ripetizioni, prosegue il ricercatore, è spesso considerato dannoso poiché i geni che saltano possono danneggiare il Dna e corrompere la sequenza del genoma. Nel caso dello squalo della Groenlandia, invece, ciò non sembra accadere", aggiunge Cellerino.

Perché è così longevo?

 Gli scienziati, dunque, sospettano che l'espansione degli elementi trasponibili possa aver addirittura contribuito all'estrema longevità dell'animale perché molti geni duplicati sono coinvolti infatti nella riparazione dei danni al Dna. "Una scoperta notevole degli studi genomici comparativi è che le specie di mammiferi longeve sono eccezionalmente efficienti nel riparare il loro Dna e i risultati del nostro studio sembrano indicare che questi elementi nella loro duplicazione hanno 'rapito' geni per la riparazione del Dna che quindi sono stati anch'essi duplicati", conclude Cellerino. 

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