Soprattutto in Africa questi animali, amici del clima, sono minacciati dalla distruzione dell'habitat e dal bracconaggio
Giardinieri, ingegneri e amici del clima, ma... gli elefanti di savana e quelli di foresta hanno subìto un drammatico declino negli ultimi decenni. A ricordarlo è il Wwf proprio nella Giornata mondiale dell'Elefante, il 12 agosto. Nuove tecnologie e lotta al bracconaggio le strategie per salvaguardare gli ultimi 415.000 pachidermi: ogni anno oltre 20mila vengono uccisi per le loro zanne. E sono a rischio, non solo in Africa, anche per la distruzione del loro habitat.
Dai 12 milioni stimati circa un secolo fa ai 415.000 individui riportati nell'ultimo censimento su larga scala: lanciando l'Sos per la sopravvivenza della specie, il Wwf propone anche di aderire alla campagna "Adotta un elefante" per sostenere progetti di tutela. "Gli elefanti non solo svolgono un ruolo chiave nell'economia di diverse nazioni e nell'immaginario collettivo di moltissime persone in tutto il mondo, ma hanno soprattutto un'importanza fondamentale per gli ecosistemi", ricordano gli animalisti.
Nelle strategie di conservazione è importante anche il ruolo della scienza. Recentemente un gruppo di ricerca delle Università di Bath, Oxford e Twente ha brevettato un algoritmo che potrebbe essere in grado di supportare le azioni di salvaguardia della specie. L'algoritmo permette, infatti, a un satellite di scansionare ampi territori in brevi periodi di tempo e raccogliere molto materiale fotografico.
Questa nuova tecnologia è in grado da un lato di migliorare il monitoraggio e i censimenti, non mette in pericolo le persone nel processo di raccolta dati ed è meno invasiva per gli animali, e dall'altro è un utile strumento per il rilevamento delle carcasse ed eventuali azioni di bracconaggio.
Proprio la lotta al bracconaggio, d'altronde, e una pianificazione territoriale migliore che promuove la coesistenza uomo-fauna sono la chiave per la conservazione di questa specie iconica. Grazie a queste politiche alcuni elefanti di foresta si sono stabilizzati in aree protette ben gestite, come quelle del Gabon, della Repubblica del Congo o dell'area Kavango-Zambesi.