Le specie animali a rischio estinzione
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La situazione è particolarmente critica per i pesci, a causa della perdita degli habitat e del loro sfruttamento eccessivo
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Una specie migratoria su cinque rischia l'estinzione e quasi la metà (il 44%) è in declino. È quanto emerge da un nuovo rapporto delle Nazioni Unite. La situazione è particolarmente drammatica per i pesci: il 97% è in pericolo di scomparire. Per esempio, le razze e gli storioni le cui popolazioni si sono ridotte del 90% in cinquant'anni.
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Tra gli animali migratori troviamo i pipistrelli, i fenicotteri, le anguille, le balene e le tartarughe marine. Essi si spostano per seguire le migliori condizioni ambientali e avere più facilmente cibo a disposizione. Essi hanno spesso un ruolo fondamentale per regolare gli equilibri degli ecosistemi nei quali cui periodicamente si trasferiscono.
In molti casi, questi animali sono protagonisti di viaggi incredibili come la Pittima minore, un uccello che è in grado di volare senza soste per 13mila chilometri trasferendosi dall'Alaska alla Tasmania, oppure le anguille che nascono tutte nel Mar dei Sargassi, una porzione dell'oceano Atlantico, per poi passare la vita nei fiumi di tutto il mondo e infine tornare a deporre le uova nel luogo di origine.
Secondo il rapporto dell'Onu, l'esistenza di questi animali è messa in pericolo soprattutto dagli esseri umani con attività come la caccia, la pesca e altre forme di sfruttamento eccessivo del quale è vittima il 70% degli animali. Per esempio, le anguille vengono cacciate in maniera esagerata. Inoltre, il report punta il dito contro la perdita degli habitat che ha colpito fino al 75% delle specie. Essa si riferisce a fenomeni diversi, come la costruzione di una nuova strada, la costruzione di dighe, l’abbattimento di foreste ma anche la costruzione di un nuovo impianto energetico, comprese le pale eoliche.
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Il documento delle Nazioni Unite propone anche una serie di azioni concrete per provare a “raddrizzare la rotta”. Contro la perdita degli habitat, è fondamentale identificare le aree critiche per le specie migratorie, aumentando gli sforzi per conservarle e al tempo stesso cercare di mitigare l’impatto di qualsiasi infrastruttura creata dall'essere umano sulle rotte migratorie in cielo, in mare e via terra.
Contro il sovrasfruttamento degli animali migratori, Onu raccomanda di aumentare il monitoraggio delle attività illegali così come delle attività di overfishing e di cattura non intenzionali. Una revisione nelle pratiche di pesca, soprattutto per quel che riguarda l'utilizzo e l’abbandono delle attrezzature dei pescherecci è anche auspicata.