Un nuovo dispositivo consente di riprodurre il modo in cui gli animali percepiscono il mondo mentre si muovono
© dal-web
Il mondo a colori visto con gli occhi degli animali. Ora è possibile catturarlo anche in movimento grazie a una super-telecamera che consente di replicare con elevata accuratezza i colori che i diversi animali vedono nei loro ambienti naturali. Il risultato è stato ottenuto da un gruppo di ricercatori guidato dall’Università Queen Mary di Londra, che ha pubblicato uno studio sulla rivista "Plos Biology". Questo passo avanti tecnologico potrà aiutare a comprendere meglio come comunicano tra loro gli animali e come si muovono e interagiscono nell'ambiente che li circonda.
© Tgcom24
Animali diversi percepiscono il mondo in modo diverso a causa delle capacità dei fotorecettori presenti nei loro occhi. Ad esempio, creature come le api e alcuni uccelli vedono anche la luce ultravioletta, che è al di fuori della portata della percezione umana.
I metodi tradizionali usati per ricreare questi colori richiedono spesso molto tempo, condizioni di illuminazione specifiche e non possono catturare immagini in movimento. Per superare questi ostacoli, i ricercatori dell'ateneo inglese hanno sviluppato una nuova telecamera e un sistema software in grado di girare video di oggetti in movimento dal punto di vista animale in condizioni di illuminazione naturale.
Il dispositivo, costituito da telecamere disponibili in commercio e assemblate in un involucro stampato in 3D, registra simultaneamente video in quattro lunghezze d'onda, corrispondenti a blu, verde, rosso e Uv. I dati sono poi elaborati grazie al software per produrre un video accurato al 92% di come questi colori vengono percepiti dagli animali, sulla base di ciò che si sa dei fotorecettori presenti nei loro occhi.
Siamo da tempo affascinati dal modo in cui gli animali vedono il mondo. Qui forniamo gli strumenti a ecologisti e registi per catturare i colori percepiti dagli animali anche in movimento", commenta Daniel Hanley dell'Università americana George Mason, co-autore dello studio.