Un nuovo studio pubblicato su Science dimostra che i roditori soccorrono i compagni incoscienti, eseguendo manovre di rianimazione simili a quelle umane
Ripristinato l'udito a un gruppo di topi in Germania tramite cellule geneticamente modificate © IPA
I topi praticano manovre di primo soccorso per aiutare i compagni che si trovano in stato di incoscienza: dopo averli annusati, toccati e leccati, arrivano perfino a liberare le loro vie aeree dall'ostruzione causata dalla lingua o da un eventuale corpo estraneo. Lo dimostra uno studio pubblicato su Science dai ricercatori dell'Università della California del Sud coordinati dal neuroscienziato Li Zhang. La scoperta suggerisce che nel regno animale il comportamento di accudimento potrebbe essere più comune di quanto pensassimo.
Finora era stato documentato in alcuni grandi mammiferi sociali come gli scimpanzé selvatici, che toccano e leccano i loro simili feriti, i delfini, che tentano di spingere in superficie i compagni in difficoltà per farli respirare, e gli elefanti, che prestano assistenza ai parenti malati. Nei topi erano stati osservati tentativi di liberare i compagni intrappolati, ma finora nessuno aveva documentato vere e proprie manovre di primo soccorso. I ricercatori dell'università statunitense lo hanno fatto filmando per circa 13 minuti alcuni topi di laboratorio messi davanti al loro compagno di gabbia anestetizzato. Gli animali hanno dedicato circa il 47% del tempo all'interazione con il partner incosciente: inizialmente lo hanno annusato, poi hanno iniziato a leccargli gli occhi e a mordergli la zona della bocca. In oltre il 50% dei casi sono arrivati a tirare la lingua del partner fuori dalla bocca per permettergli di respirare.
In un test separato, i ricercatori hanno delicatamente posizionato una pallina di plastica atossica nella bocca del topo incosciente e nell'80% dei casi il topo soccorritore l'ha rimossa. I ricercatori hanno scoperto che questi comportamenti vengono controllati dai neuroni che rilasciano ossitocina (l'ormone del legame affettivo) nelle regioni cerebrali dell'amigdala e dell'ipotalamo. Hanno inoltre osservato che i topi sono più propensi a tentare la rianimazione su familiari e conoscenti piuttosto che su topi estranei. Grazie al loro intervento, i compagni incoscienti si riprendono prima: una volta che ricominciano a muoversi, i topi soccorritori rallentano e poi interrompono le manovre di soccorso.