L'abbattimento nei prossimi mesi di 3mila esemplari è stato deciso per salvaguare l'agricoltura
"Non saranno risparmiati né femmine né cuccioli". Sulla testa del cervo veneto pende l'ordinanza di abbattimento. "Sono troppi e troppi sono i danni all'agricoltura": da qui l'ordinanza della Provincia di Belluno sul "riequilibrio", che prevede l'uccisione di circa 3mila esemplari nei prossimi mesi. Così, a fine agosto è stata anticipata l'apertura della stagione della caccia, nonostante le proteste degli animalisti.
I numeri - La decisione della Provincia di Belluno prevede, dunque, l'abbattimento di 3.234 cervi, nel tentativo di frenare una proliferazione che ha portato la popolazione complessiva di ungulati a circa 40mila esemplari.
Nel mirino dei cacciatori anche caprioli, camosci, mufloni e cinghiali. Si prevede che finiranno nei menu di baite e ristoranti delle Dolomiti bellunesi accanto alla polenta.
Robin Hood contro i cinghiali - Sul piede di guerra gli animalisti. Nel Parco regionale dei Colli euganei si cerca Robin Hood per la caccia al cinghiale: pubblicato un bando per l'arruolamento di 15 arcieri.