Le testimonianze delle aziende Molino Spadoni e Italia Zuccheri. Lo chef stellato romagnolo Stefano Ciotti: "Ciò che è accaduto colpisce l'Italia intera. Bisognerà riorganizzare tutto e sarà difficile"
di Giorgia ArgiolasIl settore agricolo è tra i più colpiti dell'alluvione in Emilia-Romagna. La tragedia ha devastato - secondo i numeri della Coldiretti - oltre 5mila aziende, in una delle aree più fertili per il settore agroalimentare italiano. L'acqua che ha invaso i campi ha decretato la perdita di 400 milioni di chili di grano in una zona dove si ottiene circa un terzo del grano tenero nazionale e dove, secondo la Confagricoltura regionale, almeno 10 milioni di piante da frutto sono state irrimediabilmente danneggiate e dovranno essere estirpate (la Romagna, per la diffusa presenza di albicocche, pesche nettarine, susine, mele, pere, kiwi, fragole e ortaggi, viene considerata la "fruit valley" italiana). Senza contare le sofferenze per 250mila bovini, maiali, pecore e capre allevati nelle stalle della zona, dove si contano anche circa 400 allevamenti avicoli, e il rischio di perdere nell'intera filiera almeno 50mila posti di lavoro. "I danni sono incalcolabili, nel vero senso della parola", ha detto il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida. E la devastazione non ha risparmiato neanche il settore primario delle Marche.
"Noi di 'Cotto e mangiato' vi siamo vicini, vi sosterremo ancora di più. Io da sempre promuovo le filiere e i prodotti italiani perché è davvero il modo migliore per stare vicini agli agricoltori e al loro lavoro. Romagnoli, siete forti, ce la farete a risollevarvi anche questa volta, ma non siete soli. Cercherò di fare più ricette possibili con i vostri prodotti per aiutarvi in questa fase così delicata. Ora come nei prossimi anni", dice Tessa Gelisio. "Dopo una prima ricognizione e i danni ingenti constatati, stiamo lavorando tutti insieme, in squadra, per la sistemazione delle aree colpite. Non ci fermiamo", dichiara Beatrice Bassi, delegata del CDA del Gruppo Molino Spadoni, tra le aziende più colpite dall’alluvione. "Abbiamo dei soci e conferenti in zone alluvionate, sicuramente alcuni raccolti andranno totalmente perduti, altri in qualche modo potrebbero salvarsi", afferma Giulia Cavallari, Communication Manager Italia Zuccheri - Coprob s.c.a. "Ciò che è accaduto colpisce l'Italia intera. Da quella zona arriva tanta frutta. I più grandi produttori di kiwi sono lì. Bisognerà riorganizzare tutto e sarà difficile" è invece il commento dello chef stellato romagnolo Stefano Ciotti.
La situazione dei produttori - Molino Spadoni, azienda punto di riferimento nel mercato delle farine speciali e miscele per uso domestico e professionale, presente anche nel mondo del biologico, del senza glutine (con farine, miscele e panificati ambient e gelo), dei prodotti da forno surgelati e della gastronomia, con formaggi, carni e salumi di Mora Romagnola, si è prontamente attivata per far fronte alla drammatica situazione. Subito dopo l'esondazione del fiume Ronco, avvenuta nella serata dello scorso martedì in zona Coccolia (Ravenna), in cui ha sede lo storico molino risalente al 1445 e in cui c'è lo stabilimento più danneggiato dall'alluvione, l'azienda ha messo immediatamente all'opera idrovore e spurghi per aspirare l'enorme quantità di acqua e mettere al sicuro i dipendenti e l'intera struttura.
"La situazione in Romagna è indescrivibile - spiega Bassi -. Per fortuna, la nostra azienda ha vari business, attività, stabilimenti e molini. Dei nostri 12 punti - comprensivi di ristoranti - è stato colpito dall'alluvione per lo più Coccolia. Gli altri molini hanno ripreso la loro normale operatività già lunedì. Abbiamo potenziato la produzione nelle sedi di Castiglione e di Savio di Ravenna, entrambe risparmiate. Non abbiamo avuto danni neanche nello stabilimento Keir di Ravenna (zona industriale Bassette), che produce i panificati gelo, nonostante fosse in una zona a rischio, e in quello dove lavoriamo le carni e il formaggio (Officine Gastronomiche Spadoni a Brisighella). Quest'ultimo, in questi giorni di alluvione, è stato sottosopra, senza elettricità e acqua, ma siamo riusciti a salvare tutto il latte e, da lunedì, a riprendere la normale produzione e le consegne".
Per quanto riguarda l'allevamento di Mora Romagnola, Bassi dice che "ha avuto degli smottamenti e delle frane che stiamo gestendo, però, rispetto alla vastità di quanto successo, non ci sono stati dei danni così significativi. Dovremmo intervenire sulle strade, quindi si tratta di un danno economico, ma non abbiamo avuto interruzioni della normale attività".
"A Coccolia abbiamo la palazzina con gli uffici, un laboratorio, la rivendita, il molino con la macinazione e un magazzino automatico. Chiaramente, siamo rimasti senza corrente, ma già lunedì abbiamo ripristinato i server e quindi siamo riusciti a riprendere la normale operatività. Abbiamo sistemato la cabina Enel, e quindi le linee elettriche, nella giornata di martedì; con il generatore abbiamo messo in funzione il magazzino automatico, che è stato completamente risparmiato dall'acqua. Un piccolo miracolo nella tragedia. Quindi, già mercoledì, abbiamo caricato e consegnato dei prodotti finiti", aggiunge la delegata del CDA del Gruppo.
"I danni non riusciamo ancora a quantificarli e a calcolarli perché lo stabilimento di Coccolia è molto vasto (per sistemarlo si interverrà a zone, a partire dal ripristino del 'tunnel del grano' e della linea di macinazione; in un secondo momento si agirà sulle altre unità colpite). Il negozio aziendale - che non è un business così strategico nell'azienda - non verrà riaperto a breve perché è pesantemente danneggiato, tanto che pensiamo di progettarlo in modo diverso e più contemporaneo. In alcune delle palazzine dove abbiamo l'amministrazione, il restauro richiederà più di 6 mesi. Quindi, in certi casi, dobbiamo ricorrere a uffici provvisori. Anche il laboratorio è stato colpito pesantemente. Non sappiamo ancora come riuscire a gestire il tutto. L'acqua ha invaso talmente tante aree... Anche se, per fortuna, non ha intaccato il cuore vitale dell'azienda", prosegue Bassi.
"Chiaramente, non è semplice: dovremo ricostruire le palazzine, trasferire il nostro laboratorio in un altro fabbricato, rifare pavimenti, muri. E, per questo, non potremo rientrare a breve in tutti gli uffici. Non tutti i macchinari si potranno recuperare - sottolinea -. Comunque, il nostro territorio reagisce bene. C'è stata tanta attenzione e tanta solidarietà. Tutti noi cittadini vediamo lo sforzo che stanno facendo le forze dell'ordine, la protezione civile (anche solo pulire le strade richiederà mesi). In questo momento, siamo tutti concentrati sul ripartire il prima possibile. E fin qua, noi siamo riusciti a ripartire".
"I nostri due zuccherifici - quello di Pontelongo, che è nel Veneto e quindi proprio fuori da ogni problema, e quello di Minerbio (Bologna) - non sono stati interessati dall'alluvione - dice invece Cavallari parlando di Italia Zuccheri, l'azienda di zucchero italiano al 100% -. Per quel che riguarda invece la produzione agricola, in questo momento non abbiamo dei dati ufficiali. Abbiamo dei soci e conferenti in zone alluvionate, però, attualmente, la conta dei danni e di quanto andrà perso è prematura. Numeri in questo momento non ce ne sono, anche perché qualcosa potrebbe salvarsi e qualcosa no".
Quali ripercussioni sulle tavole dei cittadini? - Abbiamo chiesto ai produttori quali possono essere le possibili ripercussioni dell'alluvione sulle tavole degli italiani. "L'agricoltura è molto colpita. Potrebbero esserci problemi da un punto di vista di reperibilità dei prodotti. Per quanto riguarda i prezzi, un rialzo c'è già stato nei mesi scorsi e non credo che questa alluvione avrà delle ripercussioni in merito. Penso ci sarà più un aumento dei costi dei servizi dovuti alla scarsa reperibilità di alcune figure professionali e aziende, che sono bloccate o comunque impegnate nell'attività di ricostruzione", illustra Bassi.
"La produzione italiana è talmente piccola rispetto al consumo nazionale che la ripercussione non sarà significativa. In questo momento la priorità sono le persone e le case, poi verranno fatte le stime sulle aziende", chiosa invece Cavallari.
L'importanza dell'utilizzo delle risorse alimentari nazionali - A proposito della possibile carenza delle produzioni, lo chef stellato Ciotti, il cui ristorante è a Pesaro e non è stato direttamente colpito dall'emergenza, sottolinea che "l'utilizzo dei prodotti del nostro territorio nazionale è determinante. Per la mia attività, in parte, mi rifornisco da un fornitore che viene dal (grandissimo) mercato di Rimini. Mi ha chiamato subito per avvisarmi che, nelle prossime settimane, certi prodotti non si troveranno. Ora dobbiamo capire cosa arriverà e cosa non e riorganizzarci. Tra l'altro, stavamo facendo il menu nuovo, dovremo cambiarlo".
"Gli altri miei fornitori sono contadini e produttori di fiducia del posto. So, però, che non tutti i ristoranti hanno 30 posti a sedere come il mio. Ci sono attività che hanno centinaia e centinaia di coperti e che quasi sicuramente non comprano dal piccolo produttore. Vanno e ordinano al centro ortofrutticolo di Rimini, punto di riferimento per l'Italia centrale. Quindi, nei prossimi mesi, ci sarà un riadattamento totale".
Tessa elenca i motivi per i quali è importante privilegiare i prodotti italiani: "Innanzitutto, così facendo, si sostengono l'economia nazionale e i prodotti dell'agroalimentare italiano, un'eccellenza a livello mondiale. Inoltre, si riduce l'impatto ambientale grazie al minor utilizzo dei trasporti. Insomma, privilegiare prodotti locali ti permette di avere maggiore qualità e rispettare l'ambiente e la società".