il 23 maggio

L'Istituto Superiore "San Pellegrino" festeggia il 60esimo anniversario | Gli ex allievi e chef Mainardi e Breda: "Ecco i nostri anni a scuola..."

"La nostra scuola ha una tradizione unica, ma sa anche guardare al futuro", dichiara la dirigente scolastica. Ermanno Zerini, primissimo vincitore della nostra gara "Giovani Chef": "Il San Pellegrino dà tante opportunità"

22 Mag 2023 - 14:45
 © Ufficio stampa

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Il 23 maggio, l'Istituto Superiore "San Pellegrino" (Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione con Convitto Annesso - Istituto Tecnico per il Turismo) di San Pellegrino Terme (Bergamo), i cui allievi hanno vinto 4 delle 6 borse di studio della gara "Giovani Chef" di "Cotto e mangiato", festeggia il 60esimo anniversario. Si parte la mattina alle 9, con l'apertura della scuola al pubblico (su prenotazione) e la visita guidata a cura degli studenti delle classi seconde, si continua il pomeriggio al Casinò, dove alle 15 si tiene il convegno "Modello San Pellegrino: come una comunità si prende cura dei giovani in crescita", e si termina alle 23 dopo la cena di gala cucinata da alcuni ex allievi che ora sono chef stellati. "Sessant'anni sono tanti. La nostra scuola ha una tradizione unica, ma sa anche guardare al futuro", dichiara la dirigente scolastica Giovanna Leidi. Per l'occasione, abbiamo intervistato tre ex allievi dell'istituto: i nostri amici chef Andrea Mainardi e Simone Breda ed Ermanno Zerini, primissimo vincitore della nostra gara "Giovani Chef". Quest'ultimo dichiara: "Il San Pellegrino dà tante opportunità che non tutte le scuole danno". "Un po' dell'Andrea Mainardi di adesso lo devo al San Pellegrino" è invece il commento di Mainardi. "Auguro all'istituto di fare altri 60 anni ancora migliori", dice Breda.

Una giornata di festeggiamenti - A parlare dei festeggiamenti, degli ospiti e dei temi del convegno è la dirigente Leidi. "L'evento si dipana in tre momenti fondamentali. La mattina ci sarà la scuola aperta e i ragazzi faranno fare una visita guidata a chiunque voglia. Successivamente, nel pomeriggio, al teatro del Casinò di San Pellegrino Terme, si terrà un convegno durante il quale una serie di persone di riferimento racconteranno la storia e l'evoluzione dell'istituto. Si partirà con i saluti del sindaco, Fausto Galizzi, e con una mia introduzione. Darò poi la parola a Bruno Bonassi, vice caporedattore dell'Eco di Bergamo, il quale modererà l'incontro. Poi, interverrà Andrea Mainardi, nostro ex studente e ora chef affermato e mediatico, che darà la sua testimonianza e poi passerà il testimone a Samuele Turani, che ha vinto l'ultima edizione della gara 'Giovani Chef' ed è uno dei nostri studenti di punta", spiega la preside.

Il patto educativo di comunità - "Con questo passaggio di testimone, Bonassi passerà dalla storia all'attualità, dove l'istituto ha stretto un patto educativo di comunità con enti del territorio, produttori, operatori, per cercare di creare sinergia a vantaggio dei ragazzi. Per esempio, nel 2020, anno in cui è nato il patto, abbiamo organizzato dei corsi di cucina aperti al pubblico nei quali produttori locali portavano e illustravano i loro prodotti e i nostri ragazzi li valorizzavano attraverso delle ricette che facevano nelle nostre cucine e nei nostri laboratori. Il patto di comunità ha anche lo scopo di cercare di valorizzare e promuovere il territorio, che ha come sue risorse forti l'acqua, il latte e il turismo. Sul tema, al convegno, interverrà una docente dell'Università di Bergamo, la professoressa Federica Burini, che parlerà proprio del ruolo della formazione per la creazione di una cultura del turismo sostenibile", aggiunge la dirigente.

Un occhio di riguardo alle fragilità - "Ci sarà poi l'intervento dell'ex sindaco e attuale vicesindaco Vittorio Milesi, che ha accompagnato l'istituto per diversi anni e quindi fornirà lo sguardo dell'amministrazione comunale. Poi ci sarà l'intervento di Katia Piccinini, dell'Ufficio scolastico territoriale di Bergamo. La dottoressa si occupa di un'area che è uno dei pilastri del patto educativo di comunità: quella delle fragilità. Un tema che mi sta a cuore perché il numero di studenti fragili a vario titolo è sempre più alto", sottolinea Leidi.

"Piccinini parlerà dell'inclusione scolastica e di cosa può fare l'istituto per mettere a punto anche la formazione dei ragazzi fragili. Noi abbiamo dei laboratori di autonomie, che poi verranno introdotti da un successivo intervento. La nostra speranza è che dare un po' di formazione professionale a questi ragazzi permetta loro di avere un progetto di vita e quindi socialità e dignità del lavoro, tutto quello che è giusto che ogni persona abbia. Sempre sul tema, ci saranno gli interventi di Danila Beato, presidente della cooperativa 'In Cammino', che è uno dei firmatari del patto di comunità, e della nostra referente del sostegno, Emanuela Calvi, e di due insegnanti che presenteranno quello che si fa a scuola sulle fragilità", prosegue la dirigente scolastica.

"Ci sarà poi l'intervento conclusivo del sottosegretario di Regione Lombardia con delega Sport e Giovani Lara Magoni. Al termine del convegno, ci sarà un rinfresco. A questo proposito, sottolineo che abbiamo avuto una risposta straordinaria da parte di ristoratori, fornitori, ex alunni, i quali ci hanno sostenuto dandoci derrate alimentari, prodotti e contributi in denaro. Una risposta commovente e davvero molto bella, che ci dice che questo istituto ancora rappresenta qualcosa di importante e sentito nel territorio. Infine, ci sarà la cena di gala, nella sala del ristorante dell'istituto, dove otto ex alunni e ora chef stellati porteranno dei prodotti e cucineranno per gli ospiti (tutti coloro che hanno contribuito con forniture, gli ex dirigenti dell'istituto, una rappresentanza del personale, i fornitori, i firmatari del patto di comunità)", conclude Leidi.

Il "Modello San Pellegrino" - La dirigente scolastica spiega poi cos'è il "Modello San Pellegrino" citato nel titolo del convegno: "Consiste nella ricerca della collaborazione tra la scuola e il territorio, con una particolare attenzione alle fragilità. Significa, inoltre, mettere ogni singolo studente al centro della scuola e aiutarlo a cogliere le giuste opportunità".

"Il ruolo della scuola è molto importante per la carriera nel settore. Per questo tipo di percorso è fondamentale che i ragazzi abbiano delle palestre vere, non soltanto le ore-laboratorio di scuola, che sono sicuramente importantissime, ma non danno la misura del rapporto con un cliente. Quindi, come in tutti gli alberghieri, si fanno delle attività didattiche, come servizi di catering all'esterno, cene, ecc. In più, abbiamo dei laboratori interni: il bar didattico "Incontra" all'ex hotel Moderno, un piccolo bar all'istituto, un bureau gestito dai ragazzi col supporto degli insegnanti, una pizzeria, dove gli studenti producono le pizze che vengono consumate all'intervallo. Insomma, bisogna partire dalle basi e, allo stesso tempo, avviare un percorso professionale", commenta ancora la preside. 

"Il modello funziona, abbiamo avuto tanti riconoscimenti. Nonostante purtroppo nel sistema scolastico italiano i professionali siano ancora visti come scuole di serie C, dove vanno i giovani che non hanno voglia di studiare, io amo dire che dirigo un professionale di alto livello, non un liceo di serie C. Un ragazzo non viene qui solo per imparare a cucinare o a servire a tavola o a preparare un cocktail ma per costruire una sua professionalità. Consiglio il nostro istituto perché ormai ha un'expertise nella trasmissione del sapere e delle competenze della cucina unica, ma sa anche aggiornarsi costantemente, per esempio stiamo al passo con tutto ciò che riguarda la sostenibilità. È una scuola che può offrire una formazione bella, adeguata, poi ovviamente i ragazzi devono metterci del loro. Se fatta bene può dare tanta soddisfazione", chiosa la dirigente.

La testimonianza degli chef ex allievi - "La formazione al San Pellegrino ha influito tantissimo sulla mia carriera. Nella vita di una persona, l'educazione si divide in educazione della famiglia, quella che viene data dalla scuola e quella che proviene dal mondo del lavoro. Io volevo fare il cuoco, quindi iscrivermi all'alberghiero ha segnato il mio futuro. I professori sono sempre stati straordinari nei miei confronti, nel senso che mi hanno sempre dato una mano a fare delle scelte coerenti con i miei obiettivi. Io sapevo cosa volevo fare anche se ero piccolino, ma avere esperti che ti supportano è un'altra cosa. Sono stati fondamentali - sia per quanto riguarda le mie scelte in stage sia per quelle extrascolastiche - perché hanno ascoltato le mie esigenze. Tanto che negli anni ho sempre mantenuto i contatti con loro", racconta Mainardi. Lo chef, che come annunciato parteciperà ai festeggiamenti, spiega che tornare in quel contesto "sarà emozionante".

Anche per Breda la formazione all'istituto ha influito positivamente sulla sua carriera. "Ero già abbastanza convinto del percorso che volevo intraprendere e gli anni in classe mi hanno dato una conferma. La scuola fornisce una super infarinatura - poi la San Pellegrino Terme è molto valida quindi le basi che dà sono importanti - poi però è necessario praticare, capire com'è la professione: non è un lavoro semplice, bensì di sacrificio e passione. Diventa la vita di chi sceglie di farlo. Deve essere un'occupazione, ma allo stesso tempo un hobby, altrimenti è pesante. Se lo si affronta in questo modo è gratificante. Secondo me, è un lavoro stupendo perché ti permette di esprimerti, di stare a contatto con la gente. Ma bisogna affrontarlo e vedere se effettivamente quello che ti dà la scuola poi riesci a metterlo in pratica. Per questo, il consiglio che do ai giovani studenti di adesso è di andare a lavorare d'estate e fare tanta pratica", dichiara lo chef stellato.

"Il San Pellegrino ha influito in modo positivo sulla mia carriera. Grazie all'istituto, ho potuto partecipare alla gara di 'Cotto e mangiato', una possibilità che non in tutte le scuola avrei avuto", afferma Zerini, 22 anni, che da quando ha terminato la scuola ha già maturato alcune esperienze in ristoranti stellati a Copenaghen e che a breve inizierà una nuova avventura negli Stati Uniti.

Un ricordo legato all'istituto - Gli chef hanno condiviso con noi un ricordo particolare che li lega all'istituto. "A me viene in mente il mio primo giorno di laboratorio in cucina con il professore Leonardo Mercurio. Nel raccontarlo mi viene ancora la pelle d'oca perché è stata la mia prima volta in una cucina professionale con un professionista. Come prima lezione, avevamo fatto i tagli delle patate. Lo ricorderà bene anche mia madre perché volevo allenarmi e quindi a casa ho fatto mangiare patate per due mesi - racconta Mainardi ridendo -. Quella è stata la prima volta che ho indossato i pantaloni sale e pepe, la divisa e il cappello della scuola, gli zoccoli. Mi ricordo ancora perfino il profumo dell'ambiente".

"Inoltre - prosegue Mainardi -, nel nostro laboratorio della scuola, i ragazzi più grandi facevano pratica sugli impasti delle pizze e delle focacce, quindi noi, nell'intervallo, con una cifra irrisoria, compravamo un trancio di pizza o una focaccia. Era un momento molto 'nostro'". Un contesto rimasto ben impresso anche a Zerini: "Un ricordo che mi lega all'istituto è la ricreazione. Con un euro si potevano acquistare una pizza o una focaccia o ancora un panino fatti dagli stessi studenti. Un momento conviviale". "Quando penso agli anni dell'alberghiero, uno dei ricordi più belli è il tempo trascorso al convitto annesso all'istituto. Una scuola nella scuola", rammenta invece Breda.

Un augurio - "Il mio augurio per i 60 anni dell'istituto è di continuare a far appassionare i ragazzi al mestiere. Se una persona sceglie la scuola alberghiera lo fa perché ha deciso più o meno cosa fare nella vita. Quello che mi auguro è che la nostra scuola dia la fame, la voglia di arrivare all'obiettivo come ha fatto con me. Sapevo già di voler fare questo mestiere, ma il San Pellegrino mi ha fatto appassionare, mi ha fatto venire voglia di vincere e di portare a casa un gran risultato per me stesso, per la mia famiglia e per i miei amici", è l'auspicio di Mainardi.

"Spero che l'istituto continui a crescere i giovani in modo positivo e con passione. E, soprattutto, spero che faccia capire ai ragazzi che stanno frequentando la scuola che la nostra è una professione tosta: si lavora tante ore, anche il weekend. Se si vuole intraprendere questa strada si deve sapere che non è una strada facile, però se piace non è affatto pesante, il tempo passa veloce e si incontra tanta gente, da tutte le parti del mondo. Io sono sempre più sicuro della strada che ho intrapreso. Non tornerei mai indietro" è invece l'augurio e il racconto di Zerini.

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