E' quanto emerge da uno studio radiologico dell'ospedale di Bolzano
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Ötzi, la mummia dei ghiacci, era malato di cuore. L'uomo del Similaun aveva tre calcificazioni coronariche e se non fosse rimasto vittima di un agguato probabilmente sarebbe morto d'infarto. A questa nuova diagnosi è giunta un’équipe medica dell'ospedale di Bolzano guidata dalla radiologa Patrizia Pernter. Ötzi non rappresenta solo uno dei casi più antichi di calcificazione vascolare, ma è anche la dimostrazione del fatto che la predisposizione genetica è probabilmente il principale fattore scatenante per l'arteriosclerosi.
La quantità di calcio rilevata nella mummia è paragonabile a quella che si che si può riscontrare in un uomo di carnagione chiara dei giorni nostri di età compresa tra i 40 e i 50 anni. Le tre calcificazioni coronariche rivenute dal team medico sono spia di un'arteriosclerosi legata probabilmente a una predisposizione genetica visto che Ötzi era un cacciatore quindi la sua vita era tutt'altro che sedentaria.
La ricerca - I risultati dell’esame, condotto da Patrizia Pernter, sono stati pubblicati nel numero di gennaio 2018 della rivista scientifica specializzata “RöFo – Fortschritte auf dem Gebiet der Röntgenstrahlen”. A causa di una particolare posizione del braccio di Ötzi, fino al 2013 non è stato possibile eseguire una scansione tomografica computerizzata continua. Quindi solo quando l’ospedale di Bolzano si è dotato di nuove apparecchiature Tc per i pazienti provviste di un’apertura più ampia, è stato possibile effettuare per la prima volta la scansione di tutta la mummia in un unico passaggio.
Le immagini complete dell’area toracica così ottenute sono state successivamente esaminate da Patrizia Pernter, Beatrice Pedrinolla e Paul Gostner, ex primario del reparto di radiologia dell’ospedale di Bolzano. E nel corso dell’analisi sono state notate tre calcificazioni nella zona del cuore.
Ulteriori esami hanno confermato il risultato. I valori di paragone utilizzati per Ötzi sono quelli dei cosiddetti caucasici. “Se è presente calcare, significa che vi sono placche arteriosclerotiche. Se si trasferissero le calcificazioni sul cuore di un uomo in vita, il valore misurato in Ötzi corrisponderebbe a quello di un essere umano di sesso maschile di circa 45 anni di età,” così Patrizia Pernter spiega i risultati delle analisi mediche sulla mummia dei ghiacci.
Pernter prova anche a immaginare cosa sarebbe successo a Ötzi se non fosse stato assassinato: "La presenza o l'assenza di depositi di calcio può avere un valore nel calcolo del rischio cardiovascolare di un paziente. Cioè, accanto ad altri fattori di rischio (grassi nel sangue, fumo, pressione sanguigna elevata, diabete e così via), la presenza di calcificazioni delle coronarie può costituire un'indicazione aggiuntiva di un accresciuto rischio di avere o di sviluppare in futuro una malattia cardiaca coronarica".
Le conclusioni - Per l'esperta, la mummia non rappresenta solo "uno dei casi più antichi di calcificazione vascolare", ma anche "un esempio medico del fatto che una predisposizione genetica è forse il principale fattore scatenante per l'arteriosclerosi e la sclerosi coronarica".
Ötzi - Noto anche come la mummia del Similaun o Uomo del Similaun è un reperto antropologico ritrovato il 19 settembre 1991 sulle Alpi Venoste da due escursionisti, ai piedi del monte del Similaun al confine fra l'Italia e l'Austria. Si tratta del corpo di un essere umano di sesso maschile, risalente a un'epoca compresa tra il 3300 e il 3100 a.C., che si è conservato grazie alle particolari condizioni climatiche all'interno del ghiacciaio. Il corpo di Ötzi, inizialmente conteso tra Italia e Austria, è attualmente conservato al Museo archeologico dell'Alto Adige di Bolzano.