A "Quarta Repubblica"

In galera per errore, la storia di Luciano Di Marco: "Chi mi ridarà la libertà?"

A "Quarta Repubblica" l'uomo racconta la sua incredibile vicenda

11 Mar 2025 - 09:49
 © Da video

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"Chi mi ridarà indietro la mia libertà?". A farsi questa domanda è Luciano Di Marco che, ospite di "Quarta Repubblica", ha raccontato la sua incredibile storia: l'uomo nel giugno 2019 si ritrova la polizia in casa, con un mandato di cattura per una presunta rapina pluriaggravata effettuata in una gioielleria di Cerignola che gli viene attribuita. L'uomo, che vive a Torino, viene tradotto in carcere (poi spostato a Foggia) mentre la moglie resta ai domiciliari. 

In galera per una somiglianza

 A "inchiodare" Di Marco la somiglianza con uno dei rapinatori di Cerignola, che gli sono costati quattro mesi di carcere. "Mi prendono da casa e mi portano al carcere di Torino - ha spiegato l'uomo nel programma di Nicola Porro -. Mia moglie invece viene messa ai domiciliari con quattro minori, di cui uno nato da poco. Lei è stata in casa per 28 giorni senza avere il permesso di andare a prendere il latte in polvere o un medicinale in farmacia".

L'esperienza in carcere

 "Mi hanno buttato dentro una cella come un cane", ha detto ancora l'uomo. E ancora, per giustificare la sua innocenza: "Abbiamo portato 21 testimoni a nostro favore, ma non c'è stato nulla da fare", ha spiegato. Una volta a Foggia l'uomo riesce a ottenere una perizia dei tratti somatici dopo aver deciso di percorrere la via dello sciopero della fame. I risultati della perizia lo scagionano e il caso viene archiviato.

Nessun risarcimento

Tornato in libertà, l'uomo chiede risarcimento per l'errore giudiziario di cui è rimasto vittima. Oltre al trauma che ha segnato la sua famiglia, fuori dal carcere Di Marco ha avuto problemi nel trovare lavoro. A distanza di sei anni, però, non è ancora riuscito a vedere un euro. "Il Tribunale di Bari ha rigettato il ricorso perché secondo loro il fatto che io fossi molto somigliante a uno dei malviventi abbia deviato le indagini - ha raccontato -. Inoltre mi è stato anche detto che io e mia moglie nell'interrogatorio eravamo stati discordanti. Ma come posso ricordarmi nel dettaglio cosa ho fatto quattro mesi prima?". Sulla vicenda l'uomo continua a porsi delle domande, alle quali non ha ancora ricevuto risposta: "Perché mi rifiutano il risarcimento? Chi mi ridarà la lbertà di quei mesi? - dice -. Io non ho fatto niente. Mia moglie non ha fatto niente. I miei figli non hanno fatto niente". 

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