Lividi, foto intime, proposte oscene: così è iniziato l'incubo per la ragazza. La famiglia ha denunciato l'accaduto alla polizia postale, come racconta una donna a Tgcom24
di Giorgia Argiolas© ansa
Appassionanti, coinvolgenti, alienanti. I videogiochi rappresentano uno dei passatempi preferiti da bambini e ragazzi. Ma senza un adeguato controllo - così come per tutti gli strumenti tecnologici - il rischio di un cattivo uso è dietro l'angolo. Per questo, i genitori dovrebbero stare attenti e vigilare perché, spesso, i giovani tendono a non cogliere le implicazioni dei loro comportamenti. Come è accaduto a una 14enne, adescata da diversi ragazzi in una chat di gioco quando ne aveva 13. Ora i dispositivi da lei utilizzati sono stati sequestrati dalla polizia postale. La mamma - che, per ovvie ragioni, vuole mantenere l’anonimato - ha deciso di raccontare a Tgcom24 questa terribile esperienza, “un tunnel - dice - da cui è difficile uscire”.
Una realtà virtuale - Il cattivo uso degli strumenti tecnologici - specialmente, senza un controllo da parte dei genitori - comporta numerosi problemi. Uno dei più seri è il fatto di non saper più distinguere la vita reale da quella virtuale. La ragazza in questione, ad esempio, aveva ridotto i rapporti sociali offline per intensificare quelli online. “Mia figlia pensava che le persone con cui chattava fossero più fedeli dei suoi amici nella realtà. ‘Come puoi fidarti di gente estranea?’. ‘Come fai a giudicare, se non li conosci?’ Sono persone virtuali’, le dicevamo noi”, racconta Elisabetta (nome fittizio), madre della ragazza.
Ma torniamo indietro nel tempo. Com’è iniziato quest’incubo?
Mia figlia ha iniziato a frequentare la chat di un un videogioco (in cui aveva l'opportunità di parlare con i componenti della sua "squadra"), nel 2016, quando aveva 13 anni, dal tablet che le avevamo regalato tempo prima. Era nello stesso gruppo di un ragazzo più grande di lei. Dopo i primi approcci, hanno iniziato a scriversi. Quest'anno, quando ha compiuto gli anni le abbiamo regalato il telefono. La condizione che avevamo posto, però, era "no Facebook, no Whatsapp, no Instagram". Insomma, niente social network, perché siamo contrari. Ci eravamo raccomandati: "Guarda che sulla rete ci sono tanti rischi. Potresti imbatterti in degli sconosciuti. Persone che si spacciano per tuoi coetanei e, invece, non lo sono".
Ha seguito le vostre indicazioni?
No, a nostra insaputa si è creata un profilo Instagram dal tablet e lì ha iniziato a parlare online con alcuni ragazzi, così come sulla chat di gioco (che le ha dato la possibilità di dialogare personalmente con gli altri giocatori. Degli sconosciuti). Dopo aver comunicato via chat, quando ha avuto il telefono, si è scambiata il numero con alcuni ragazzi, anche maggiorenni.
Quando vi siete accorti che vostra figlia nascondeva qualcosa?
Nel gennaio di quest'anno ci siamo resi conto che stava assumendo un atteggiamento un po' misterioso rispetto a prima. Avevamo l'impressione che cambiasse la schermata del tablet quando eravamo nei paraggi. Spesso andava a fare i compiti a casa di un'amica e avevamo paura che usasse il telefono della compagna, perché il telefono all’epoca non lo aveva. Abbiamo iniziato a farle alcune domande. Eravamo sospettosi per via del suo comportamento, però lo attribuivamo anche al periodo particolare dell'adolescenza. E poi, mia figlia andava bene a scuola, aveva degli ottimi voti, non potevo dirle "non giocare, perché perdi tempo e non studi".
Qual è stato il momento in cui avete deciso di intervenire?
Un giorno, intorno ai primi di maggio mi sono resa conto che mia figlia aveva un livido. Mi sono spaventata e le ho chiesto: "Ma come te lo sei fatto? Togliti la maglia! Voglio vedere cos’hai". Ho trovato 4 o 5 lividi sulle spalle e sul collo e poi ho scoperto che era uno dei giochini perversi che stabiliva di fare in chat con i ragazzi. Da quando abbiamo visto i lividi abbiamo iniziato a controllarla, a guardarle il telefono e, finalmente, ha confessato. Ci ha raccontato la brutta situazione in cui si trovava - perché alcuni dei ragazzi con cui parlava erano anche maggiorenni, anche se lei pensava di parlare con coetanei - e tra questi c'era anche chi le aveva chiesto delle foto intime. Ci ha detto di aver ricevuto e mandato immagini senza vestiti. Per fortuna, non ha mai mostrato il volto, almeno da ciò che ci ha detto. Siamo andati subito alla polizia postale. “Prega che riescano a cancellare tutte le tue foto. Altrimenti non sai cosa rischi”, le abbiamo detto. Ma non è ancora finita.
In che senso?
La polizia postale ha ritirato i dispositivi e li terrà fino alla chiusura delle indagini. La ragazza in questo momento non ha telefono. Io non glielo ricompro. Utilizza i nostri, ogni tanto, per rimanere in contatto con compagni e amici. Inoltre abbiamo scoperto, tramite le conversazioni di Whatsapp, che, fino a poco tempo fa, era ancora in contatto con il ragazzo conosciuto due anni fa sulla chat di gioco, che le ha fatto diverse proposte indecenti. In passato si erano inviati alcune foto, si erano scambiati i numeri di telefono e si erano localizzati, ma non si sono mai visti. Era lei che si manifestava per prima, considerando che usava i nostri telefono. Mia figlia si era anche data appuntamento con due ragazzi, anch'essi minorenni e li ha incontrati.
E cosa avete fatto dopo aver saputo queste cose?
Le abbiamo fatto credere che la polizia vedesse tutto. Quando ho visto che questo individuo le diceva "Vengo a casa tua a trovarti" mi si è gelato il sangue. Non si limitava solo a quello. Chiedeva incontri fisici, pur sapendo che mia figlia ha 14 anni. Lei a volte rispondeva a tono, altre in maniera evasiva. Dopo queste ulteriori scoperte, comunque, ci siamo rivolti a una psicologa e, grazie al suo supporto, la situazione è migliorata. Per cercare di responsabilizzarla maggiormente, l’abbiamo fatta incontrare anche con una dottoressa che le ha detto: "Stai attenta", "Io lavoro in ospedale", "Ne ho viste di tutti i colori". "Questa gente ti adesca e poi ti violenta". Dopo quest'incontro ha cambiato atteggiamento. E ha detto: "Non voglio più essere così imprudente". Forse ha capito. Però, che fatica, che spavento! Bisogna andare avanti, stare vigili. Controllare anche le amicizie. Alcune gliele ho fatte interrompere. Questi ragazzi sottostimano tutti i rischi, anche di malattie. C’è una superficialità estrema.
Come spiegate lei e suo marito il comportamento di vostra figlia?
Noi in famiglia siamo persone riservatissime. Quello che è successo è inconcepibile. Mia figlia ha avuto un comportamento totalmente opposto al nostro modo di comportarci. Ha sottovalutato la portata della situazione in cui si è trovata. È stata sprovveduta a fidarsi così di persone che non conosceva realmente. Il problema sta nel voler dimostrare di avere più anni di quelli che si hanno. Ma non si sa mai chi si incontra. Abbiamo capito che aveva una bassa autostima, ed è assurdo perché nessuno di noi l'ha mai fatta sentire in difetto.
E adesso com’è la situazione?
Io e mio marito abbiamo fatto capire a nostra figlia che stiamo investendo tempo e denaro per costruirle un futuro roseo. Le abbiamo detto: “Per essere una persona migliore, devi correre ai ripari. Cambia e gira pagina, cerca di avere un atteggiamento diverso. Hai delle capacità che stai sottostimando. Ti butti via per cosa? Sei intelligente, bella e brava. Sfrutta queste doti per dare il meglio, perché per affrontare il futuro bisogna essere molto combattivi e costruirsi una buona reputazione”. Infatti, adesso sembra abbia capito, abbiamo già visto un cambiamento in positivo. Anche il dialogo è migliorato, nonostante sia sempre un po' restia. Speriamo che foto e chat non siano state diffuse. Perché certe immagini e conversazioni non si cancellano facilmente, in tutti i sensi.